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Spagna, di diritto campione del mondo

Andres Iniesta e la Spagna sono i veri vincitori di questa Coppa del Mondo, secondo la stampa svizzera Keystone

Una vittoria meritata, per la Spagna e per il Sudafrica: unanime, la stampa svizzera tesse le lodi della squadra di Del Bosque e di un'organizzazione dei mondiali che ha lasciato tutti di stucco. Calato il sipario sull'evento, resta però una domanda: quale futuro per il Sudafrica?

«Deludente nel suo insieme, la finale di domenica ha consacrato la squadra che da due anni a questa parte onora questo sport con le migliori qualità tecniche e collettive, con la maggior perseveranza e con uno stato mentale a dir poco notevole», osserva 24heures. «La Spagna campione del mondo è una giusta ricompensa per coronare l’insieme di un’opera».

Certo, sottolineano il Tages Anzeiger e il Bund, «gli 84’490 spettatori presenti a Johannesburg non hanno assistito a un gioco degno di una finale di calcio, ma ad azioni fin troppo aggressive da parte degli olandesi. E gli spagnoli sono stati da meno».

Al termine di una finale tesa, in qualche circostanza perfino cattiva, la squadra di Del Bosque è così riuscita a firmare una clamorosa doppietta: Europeo più Mondiale, come in passato avevano saputo fare soltanto la Germania e la Francia. «Ci sono diverse strategie per affrontare i Mondiali», ricorda Le Matin. «La strategia spagnola è quella che passa dal gioco e dalla vittoria del calcio. Ed è l’unico modo che permette di toccare con mano una Coppa».

Quanto all’Olanda – detentrice di un record di cui avrebbe fatto volentieri a meno – ha scelto «l’intimidazione come arma di dissuasione, spezzando la tradizione che dagli anni Settanta l’aveva definita come una delle formazioni più interessanti da seguire», commenta il quotidiano vodese 24heures. E Le Matin incalza: «Questi olandesi difensivi e antisportivi sono stati giustamente puniti. Hanno perso la terza finale della Coppa del mondo, sarà anche triste per loro, ma in ogni caso non meritavano di vincere questa».

Svizzera, amaro orgoglio

Con la vittoria della Spagna ai Mondiali, la memoria torna inesorabilmente anche al percorso della nazionale svizzera che in Sudafrica ha esordito proprio con una vittoria contro le “furie rosse”.

Il Blick sceglie perfino di titolare su quella che definisce l’impresa rossocrociata: «Siamo gli unici ad avere battuto i campioni del mondo!». E potremo sempre essere orgogliosi di questo, gli fa eco Le Matin. O forse, commenta la Basler Zeitung, sarebbe meglio di no…

Il Bund e il Tages Anzeiger sottolineano come in Sudafrica vi fossero «troppe poche squadre come la Spagna, la Germania o l’Olanda, dotate di talento e capaci di giocare. E troppo come la Svizzera, che mancano di classe e di idee». D’altronde, proseguono i due quotidiani, questa finale così poco entusiasmante è sintomatica di un torneo «che a livello sportivo non ha avuto nulla di memorabile».

Grande Sudafrica

I Mondiali in Sudafrica hanno sancito dunque il trionfo della Spagna, ma non solo. «È anche la vittoria di Blatter, della sua “pazza idea” di far transitare l’opulento carrozzone mondiale lungo strade polverose che solcano un Sudafrica rivelatosi, accogliente, debitamente piantonato e di conseguenza sicuro», scrive La Regione Ticino.

E soprattutto è la vittoria di questo paese dell’Africa australe, «ottimo padrone di casa, amichevole, cordiale, pieno di passione dedizione», come scrivono il Bund e il Tages Anzeiger.

«In un paese dove vengono denunciati cinquanta omicidi al giorno, il bilancio della sicurezza deve essere considerato come un successo eccezionale. L’impressionante dispositivo messo in piedi ha portato i frutti sperati, così come gli sforzi e i sorrisi delle migliaia di volontari», evidenzia il quotidiano romando Le Temps. «Missione compiuta, dunque, con la fierezza legittima che ne deriva per l’insieme di un continente così spesso denigrato».

E domani?

Calato il sipario sui Mondiali, molti commentatori si chiedono però cosa resterà al Sudafrica, un paese dove l’uguaglianza sociale resta un miraggio e la povertà dei più una certezza. «Il Sudafrica ha vinto la sua battaglia. Ma a partire da lunedì, riprenderanno le vere sfide per questo paese», sottolinea Le Temps.

«Dieci stadi di calcio, miliardi spesi per delle infrastrutture erette vicino a baraccopoli, rappresentano una speranza per un futuro migliore», scrivono il Bund e il Tages Anzeiger. «Non possono rappresentare niente di più che il simbolo di un desiderio incompiuto».

«Le preoccupazioni sono troppo grandi in questo paese, troppo schiaccianti, perché la presenza di un avvenimento sportivo possa cambiare le cose». E allora una volta passata l’euforia dei Mondiali, non sarà facile realizzare questo sogno di sviluppo e uguaglianza. «Il Sudafrica resterà il Sudafrica».

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Olanda-Spagna: 0:1 (116′ Iniesta).

Stadio: Soccer City, Johannesburg, 85’000 spettatori.

Arbitro: Howard Webb, Gran Bretagna, 38 anni (il più giovane fischietto ad arbitrare una finale dei mondiali dal 1938).

Olanda: Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst (105′ Braafheid); Van Bommel, De Jong (99′ Van der Vaart); Robben, Sneijder, Kuyt (71′ Elia); Van Persie.

Spagna: Casillas; Sergio Ramos, Pique, Puyol, Capdevila; Busquets, Xabi Alonso (87′ Fabregas); Pedro (60′ J. Navas), Xavi, Iniesta; Villa (106′ Torres).

Tuuuuuuutttt. Resteranno senza dubbio tra i ricordi di questa edizione 2010 dei Mondiali di calcio. Le vuvuzela, sorta di trombette allungate dal suono assordante, hanno animato non solo il tifo negli stadi, ma pure discussioni e polemiche.

All’inizio della manifestazione era stato persino invocato il loro divieto. Sepp Blatter, presidente della FIFA, ha però subito posto fine alle speculazioni, affermando che il Mondiale non può impedire le «tradizioni musicali dei tifosi locali».

Pronostico: L’altro fenomeno del Mondiale sudafricano si chiama Paul, il polpo dell’acquario cittadino di Oberhausen, in Germania.

Azzeccando tutti i pronostici delle partite della Mannschaft, compresa l’eliminazione in semifinale contro la Spagna, il più celebre oracolo del Paese non si è però fatto soltanto degli amici.

Numerosi tedeschi hanno in effetti chiesto di portare Paul dalla vasca al piatto, ciò che ha obbligato il portavoce dell’acquario a precisare che a Paul non succederà «nulla di spiacevole».

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