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Hollande si presenta come amico della Svizzera

Il presidente francese Hollande sembra più favorevole al dialogo con la Svizzera rispetto al suo predecessore Sarkozy. Keystone

Il presidente francese François Hollande viene accolto in Svizzera il 15 e 16 aprile per una visita di Stato. Gli incontri bilaterali sono sempre stati un buon indicatore del clima delle relazioni franco-svizzere. Uno sguardo a trent’anni di visite, di amicizie e incomprensioni. 

Aprile 1983. François Mitterrand giunge in Svizzera per una visita di Stato. Giovane giornalista, Daniel S. Miéville segue l’evento per il Journal de Genève e la Gazette de Lausanne. “L’importanza di questa visita, la prima dal 1910 a questo livello, è sottolineata dalla folta delegazione che accompagna il presidente francese in questo viaggio”, scrive allora Miéville. 

“Quattro ministri e non di poco peso (Jacques Delors, Edith Cresson, Claude Cheysson e Charles Hernu, ndr), molti collaboratori e cinquanta giornalisti, un numero importante assicurano i nostri colleghi francesi”, aveva aggiunto il giornalista nel suo articolo sulla visita di Mittérand. 

Cinque anni di distacco 

Aprile 2009: Per far fronte alla crisi finanziaria, gli Stati del G20, riuniti a Londra, lanciano un’offensiva contro i paradisi fiscali. La Svizzera viene inserita su una “lista grigia” dell’OCSE. Viene poi trasferita sulla lista bianc,a dopo aver firmato 12 accordi di cooperazione fiscale che prevedono lo scambio di informazioni su richiesta. 

Agosto 2009: La ministra francese delle finanze Christine Lagarde e il suo omologo svizzero Hans-Rudolf Merz firmano un nuovo accordo di doppia imposizione. Entrerà in vigore il 1° gennaio 2010. 

Agosto 2012: Un nuovo accordo sulle successioni viene siglato dai due Stati. Gli eredi residenti in Francia di persone domiciliate in Svizzera saranno tassati dalle autorità fiscali francesi. Il testo suscita grandi opposizioni in Svizzera, soprattutto a destra. 

Giugno 2014: La Camera del popolo respinge la nuova convenzione franco-svizzera sulle successioni, che doveva sostituire quella in vigore dal 1953. Di conseguenza, la Francia denuncia il vecchio accordo. La disdetta ha effetto dal 1 ° gennaio 2015. Il Consiglio federale “prende atto con rammarico” di questa decisione. 

Luglio 2014: Parigi informa la Svizzera di aver deciso d’imporre unilateralmente la fiscalità francese alle società attive nel settore svizzero dell’aeroporto di Basilea-Mulhouse, sottoposte fino allora al diritto fiscale svizzero. Una decisione che minaccia lo statuto binazionale dell’aeroporto. 

Ottobre 2014: Incontro a Parigi tra François Hollande e il presidente della Confederazione Didier Burkhalter. Hollande annuncia la sua prossima visita di Stato in Svizzera.

Trentadue anni dopo, Daniel S. Miéville ricorda il forte impatto di questa visita. “In Svizzera, non si era abituati a queste grandi messe in scena diplomatiche. La neutralità era ancora vissuta in senso molto stretto”. L’arrivo, due anni prima, dei comunisti al governo francese, assieme ai socialisti, aveva causato qualche preoccupazione, soprattutto nei ranghi conservatori. 

“Il sistema bancario di sua scelta” 

Ma Mitterrand non giunge in Svizzera nei panni di militante di sinistra, ma di amico caloroso e rassicurante. Invece di rivolgere dei rimproveri alla Svizzera, dove sono nascosti i soldi di migliaia di evasori fiscali francesi, il presidente socialista calma il gioco. “Non metto in discussione la Svizzera in quest’ambito, chiamo in causa i francesi che sfuggono al loro dovere verso la Francia, ricorrendo a tali pratiche (…). La Svizzera ha il sistema bancario di sua scelta”. Dei commenti che, oggi, potrebbero sembrare quasi surreali.

“Mitterrand si è subito inteso bene con Pierre Aubert,” allora capo del Dipartimento federale degli affari esteri e presidente della Confederazione, ricorda Miéville. Nel luglio del 1985 torna per incontrare il consigliere federale, durante un visita privata presso gli Aubert, a Auvernier, nel canton Neuchâtel. Una buona intesa tra socialisti? O piuttosto benevolenza da parte del “monarca repubblicano” verso un uomo modesto, proveniente anche lui dalla borghesia “provinciale”? Un po’ entrambe le cose, probabilmente. 

“Penso che Mitterrand nutriva una vera curiosità nei confronti della Svizzera”, rileva Daniel S. Miéville. Vi ritorna sette volte. Mitterrand spinge inoltre la Svizzera ad aderire all’Unione europea. E cerca di rimontare il morale del governo svizzero nel 1993, dopo il rifiuto da parte del popolo elvetico del progetto di adesione allo Spazio economico europeo (SEE). 

Brutto inizio con Chirac 

Questa forte relazione bilaterale continua sotto la presidenza di Jacques Chirac. Il gollista non ha lo stesso interesse per la Svizzera. Le cose iniziano d’altronde piuttosto male: durante una conferenza stampa a Ginevra sui tentativi diplomatici del ministro svizzero degli esteri Flavio Cotti per risolvere la crisi in Bosnia, Chirac chiede a gran voce al suo consigliere: “Ma chi è questo Flavio Cotti?”. 

Quando Chirac accetta finalmente l’invito del Consiglio federale – e di Flavio Cotti – per una visita ufficiale in Svizzera, ne riduce la durata: solo due giorni nel mese di ottobre 1998. “E però lo stesso Jacques Chirac che ha accettato l’idea di incontrare ogni anno il presidente della Confederazione”, sottolinea François Nordmann, ambasciatore svizzero in Francia dal 2004 al 2007. Chirac apprezza Jean-Pascal Delamuraz e poi Pascal Couchepin, che ricambiano le simpatie. 

La difficile era di Sarkozy 

L’amicizia bilaterale si deteriora sensibilmente durante l’era di Sarkozy. “Nicolas Sarkozy non amava i piccoli paesi”, osserva François Nordmann. “Fino al suo divorzio, non nutriva animosità particolari contro la Svizzera. Le rivelazioni della stampa svizzera sulla sua vita privata l’hanno ferito, intaccando il suo giudizio sulla Svizzera”. La tradizione degli incontri annuali viene abbandonata e, per la prima volta, la questione fiscale viene portata sulla scena diplomatica. 

Bisogna attendere il dicembre 2012 e l’incontro tra Eveline Widmer-Schlumpf e Hollande, affinché l’amicizia franco-svizzera possa ritrovare la sua “bussola”, aggiunge l’ambasciatore. 

“Questo incontro segna un punto di svolta nella storia recente delle relazioni franco-svizzere”, ha scritto Nordmann sul quotidiano Le Temps. “L’incontro ha rappresentato un vera e propria sessione negoziale, nel corso del quale sono state affrontate per la prima volta a un tale livello questioni bilaterali di fondo, prima di dare vita ad una conferenza stampa congiunta”. Cose mai viste con Sarkozy.

Traduzione di Armando Mombelli

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