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Sviluppo sostenibile per la salvaguardia delle montagne

Un tipico paesaggio alpino elvetico, il Passo del Klausen che congiunge i cantoni di Uri e di Glarona. Heinz Schwab/ST/swiss-image.ch

"Le montagne uniscono". Con questo slogan giovedì a Berna sono state presentate le manifestazioni svizzere dell'Anno internazionale delle montagne.

La Svizzera è un Paese alpino per eccellenza e non poteva mancare all’appuntamento indetto dalle Nazioni Unite. Le Alpi coprono infatti all’incirca i due terzi (esattamente il 60 per cento) dei 41.284 chilometri quadrati del territorio della Confederazione e costituiscono uno spazio vitale per non meno di 1 milione e 700 mila abitanti.

Il programma concettuale ed il calendario delle manifestazioni previste in Svizzera, o che hanno la Confederazione come luogo d’incontro internazionale, sono stati illustrati dai rappresentanti dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (USTE), della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e dagli enti organizzatori come il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB).

Rio + 10

L’Onu ha dichiarato il 2002 Anno internazionale delle montagne – ed anche dell’ecoturismo – per sottolineare fattivamente la ricorrenza del decimo anniversario del Vertice mondiale sulla terra tenutosi a Rio de Janeiro, in Brasile. Con quest’iniziativa le Nazioni Unite si propongono di evidenziare i bisogni specifici delle regioni di montagna e l’indispensabilità di adottare sistemi di sviluppo sostenibili delle economie e dei servizi, in larga parte basati sul turismo e sul tempo libero.

L’importanza del sistema alpino per la terra è evidenziato dal 27 per cento delle terre emerse che si trovano ad un’altitudine superiore ai mille metri sopra il livello del mare. Una percentuale che in una regione come l’Unione europea (UE) sale al 30 per cento del territorio e coinvolge 30 milioni di abitanti, pari all’8 per cento della popolazione.

L’importanza delle montagne

L’Anno internazionale delle montagne rappresenta quindi per la Svizzera un’opportunità per migliorare la consapevolezza generale sull’importanza delle regioni alpine e per il ruolo fondamentale che le montagne esplicano a livello ambientale, sociale, economico, come ha dichiarato a swissinfo Daniel Wachter, responsabile della Sezione sviluppo sostenibile (ARE) del Dipartimento federale dell’ambiente (DATEC). “Questa manifestazione -ha proseguito Daniel Wachter – si pone l’obiettivo di dimostrare che le regioni di montagna sono componenti fondamentali della nostra realtà globale”.

“Montagna e pianura sono correlate ed interdipendenti, per questo devono tener conto degli impatti delle attività economiche sul territorio non solo a livello regionale ma globale”, ha concluso Daniel Wachter.

Sviluppo sostenibile

La parola d’ordine è dunque quella dello sviluppo sostenibile, un principio che è entrato a far parte dei compiti fondamentali della Svizzera dopo la revisione della Costituzione del 1999.

Per garantire uno sviluppo sostenibile occorre però attribuire lo stesso valore alle componenti ambientali, sociali ed economiche. Un’esigenza irrinunciabile per le regioni alpine, particolarmente sensibili ai cambiamenti.

Interdipendenza montagna-città-pianura

Gli abitanti delle città e delle regioni di pianura, grandi fruitori delle funzioni di riposo, distensione e sport offerti dalle montagne, devono “essere convinti dell’importanza di proteggere l’equilibrio delle montagne per salvaguardare il futuro del pianeta e la qualità della vita”, ha ammonito la direttrice dell’associazione vallesana Montagna 2002 Gabrielle Nanchen.

Sono infatti numerose le località e le regioni alpine elvetiche che hanno basato il loro sviluppo economico sul turismo, un settore che in Svizzera impiega il 9 per cento della popolazione attiva e rappresenta la terza componente del Prodotto nazionale lordo (PNL).

Montagna madre o matrigna?

Un concetto predatorio delle risorse naturali delle montagne ha infine accentuato, in questi ultimi decenni, i potenziali pericoli naturali, coi quali la gente di montagna è da sempre abituata a convivere. Nella sola Svizzera, tra il 1972 ed il 1996, i danni provocati dalle catastrofi naturali si sono elevati a 5 miliardi e 700 milioni di franchi. Una cifra destinata ad essere polverizzata, dal momento che gli esperti prevedono un aumento dei potenziali pericoli indotti dai cambiamenti climatici.

Una prospettiva inquietante, che dà forza all’applicazione al territorio alpino del principio dello sviluppo sostenibile reclamato in Europa dalla Convenzione delle Alpi, uno strumento che sta diventando anche nel resto del mondo un modello per la salvaguardia delle regioni di montagna.

Un imperativo, quello di adottare nelle regioni alpine modelli di sviluppo sostenibili, per evitare che le montagne si trasformino in matrigne continuando invece ad essere madri, come scriveva Gabriele D’Annunzio: “Montagne Madri sacre scaturigini delle Forze pure, quando non era l’Uomo, donde gioiosa alla cieca tenebra sparsa balzò l’alba primiera, e alle vergini valli guidando le torme dei fiumi scese la Primavera”.

Sergio Regazzoni

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