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Svizzera – UE: per Schengen l’orizzonte si schiarisce

Keystone

I rappresentanti dei 27 Stati dell'UE hanno tolto martedì le ultime riserve riguardo alla ratifica degli accordi bilaterali di Schengen e Dublino. La Svizzera dovrebbe integrare lo spazio Schengen il prossimo primo novembre.

Un compromesso tra Berna e Bruxelles si sta inoltre disegnando sull’estensione dell’accordo di libera circolazione dei lavoratori alla Romania e alla Bulgaria.

Nel corso della riunione del gruppo che cura le relazioni con i paesi dell’AELS (Associazione europea di libero scambio, di cui fa parte la Svizzera), i ventisette hanno ufficialmente dato martedì il loro benestare alla ratifica dei trattati di Schengen/Dublino. Ciò permetterà in particolare di integrare la Svizzera nello spazio di Schengen.

La procedura dovrebbe essere rapida, a patto che nessun paese punti i piedi. La decisione dovrà essere esaminata dagli ambasciatori prima di essere adottata dal Consiglio dei Ministri dell’UE.

Ogni ostacolo potrebbe compromettere l’obiettivo che si è fissato Berna, ossia aderire allo spazio Schengen il primo novembre.

Se tutto invece andrà secondo i piani stabiliti, la ratifica potrebbe intervenire già questo mese e l’accordo potrebbe allora entrare in vigore a inizio marzo. In seguito potrà iniziare la valutazione dell’attitudine della Svizzera a Schengen.

Una conclusione positiva di questo processo è necessaria per un’associazione della Confederazione allo spazio Schengen da novembre, come desidera il governo elvetico.

Pressioni e concessioni

La Svizzera ha perciò cercato di far pressioni sull’Unione in queste ultime settimane. L’8 gennaio scorso la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha inviato una lettera al suo omologo portoghese Luis Amado.

In questa missiva, Micheline Calmy-Rey sottolinea che la ratifica da parte dell’UE dell’accordo su Schengen costituirebbe un “passo positivo supplementare” affinché il governo svizzero venga incontro ad una richiesta europea: la concessione di un nuovo contributo finanziario per ridurre le disparità economiche e sociali in seno all’Unione, dopo l’allargamento alla Romania e alla Bulgaria. Contributo che Bruxelles stima a circa 300 milioni di franchi sull’arco di cinque anni.

L’UE aveva inoltrato questa domanda all’inizio del 2007, ma la Svizzera aveva preso posizione. Luis Amado aveva reiterato la richiesta per iscritto il 28 novembre scorso, quando il suo paese occupava la presidenza di turno dell’UE.

Nella sua risposta, Micheline Calmy-Rey precisa che il governo svizzero “ha l’intenzione di prendere una decisione in merito dopo la conclusione dei negoziati” in vista di estendere l’accordo bilaterale sulla libera circolazione tra Berna e l’UE (concluso nel 1999) alla Romania e alla Bulgaria.

Libera circolazione

I negoziati si sono finora infranti su uno scoglio, ossia la durata della cosiddetta clausola di salvaguardia. Grazie a questa clausola, la Svizzera potrà limitare per un certo numero di anni l’immigrazione da questi due paesi, in particolare in caso di afflusso massiccio di manodopera.

Berna vorrebbe aprire completemente il mercato del lavoro svizzero dopo 12 anni a partire dal primo gennaio 2007. Sofia e Bucarest chiedono invece un trattamento identico di quello riservato agli altri Stati dell’est europeo membri dell’UE dal 2004, ossia una clausola di salvaguardia in vigore solo fino al 2016.

Un compromesso sembra però disegnarsi, hanno stimato martedì diversi diplomatici. Esso consisterebbe a ridurre la durata d’applicazione della clausola di salvaguardia, come chiedono Sofia e Bucarest, ma a far partire l’accordo non dal 2007, bensì dalla sua ratifica. In altre parole, il mercato del lavoro svizzero verrebbe completamente aperto ai lavoratori rumeni e bulgari qualche mese prima di quanto finora chiesto dalla Svizzera.

swissinfo, Tanguy Verhoosel, Bruxelles
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)

La Svizzera ha ratificato il trattato di Schengen il 16 ottobre 2004.

La proposta di adesione della Svizzera allo Spazio di Schengen, combattuta da un referendum, è stata approvata dal popolo svizzero il 5 giugno 2005 (54,6% i voti favorevoli).

Se i tempi previsti saranno rispettati, la Confederazione dovrebbe aderire allo spazio di Schengen il 1° novembre 2008.

Il trattato di Schengen è stato sottoscritto nel 1985 nell’omonima cittadina del Lussemburgo dai rappresentanti di Francia, Germania e Benelux.

Gli accordi, che concernono i settori di giustizia e polizia, hanno fornito il quadro legale per la progressiva abolizione dei controlli delle persone lungo le frontiere interne dell’UE.

Per garantire la sicurezza dopo l’apertura delle frontiere, il trattato di Schengen prevede un potenziamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Unione, una migliore collaborazione transfrontaliera tra gli organi di polizia e il coordinamento tra gli Stati per la lotta alla criminalità organizzata.

Gli accordi sono stati adottati da 24 paesi. Gli ultimi arrivati, il 21 dicembre 2007, sono Polonia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania e Malta, ovvero nove dei 10 Stati che hanno aderito all’UE nel 2004.

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