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Svizzera troppo complicata per Amgen

Amgen ha scartato l'opzione Galmiz, preferendole Cork, in Irlanda Keystone

La Svizzera dovrebbe semplificare le proprie procedure per facilitare l'insediamento nel Paese di ditte straniere. Lo sostiene un esperto.

Stéphane Garelli, docente all’istituto internazionale di management di Losanna, ritiene che la Svizzera abbia da imparare dall’Irlanda, dove per ottenere permessi ci si rivolge ad una sola istanza. Fattore che per Amgen ha reso l’Irlanda più interessante della Svizzera.

Secondo Garelli a scoraggiare il gigante del biotech americano dalla costruzione di una fabbrica del costo di 1,55 miliardi di franchi in una zona rurale di Galmiz, nel Canton Friburgo, è stata anche l’opposizione degli ecologisti.

Nel marzo scorso, circa 2000 ambientalisti contrari al progetto avevano infatti organizzato una serie di manifestazioni sul sito dove avrebbe dovuto insediarsi la ditta americana.

swissinfo: Come mai la Svizzera non è riuscita a conquistare Amgen?

Stéphane Garelli: L’Irlanda ha compiuto uno sforzo enorme per conquistare Amgen. Il sistema irlandese, molto meno complicato, facilita le cose: le aziende si rivolgono infatti ad una sola istanza per capire quali sono le norme vigenti circa gli insediamenti industriali.

In Irlanda insomma le compagnie hanno a che fare con una sola autorità. In Svizzera invece si finisce per dover discutere tutto con 20 persone diverse, senza nemmeno capir bene con chi si dovrebbe aver a che fare di preferenza. Amgen è stata anche scoraggiata dal peso dell’opposizione locale al proprio progetto di sviluppo, oltre che dalla complessità del sistema.

swissinfo: Molte altre compagnie internazionali si sono però insediate con successo in Svizzera.

S.G.: È piuttosto semplice creare una holding o una sede direttiva nella Confederazione. [Amgen ha installato la sua sede internazionale nella città di Zugo, nella Svizzera tedesca]. Per le industrie come Amgen invece, le cose non sono così semplici.

Non ci si deve però basare su un solo caso per affermare che tutto in Svizzera è negativo. Sulla carta, i vantaggi sono molteplici. Ad esempio il basso livello delle tasse e la sicurezza delle norme sulla proprietà intellettuale sono fattori molto importanti per una multinazionale.

La Svizzera ha molte carte da giocare in questo ambito. La faccenda di Amgen ci ha insegnato molte cose, che si riveleranno utili per il futuro.

swissinfo: Cosa dovrebbe fare la Svizzera per divenire più attrattiva?

S.G.: La Confederazione dovrebbe dotarsi di un’unica istanza a cui le ditte straniere potranno rivolgersi per ottenere informazioni e con cui negoziare.

Per una società californiana non è facile capire tutte le sottigliezze delle differenti legislazioni esistenti nei singoli cantoni. Una ditta elvetica, al contrario, sa come funziona il sistema e dimostra maggiore comprensione.

Il tempo è denaro per ditte come la Amgen, che non hanno tempo da perdere per decodificare tutte le normative vigenti. Non mi sorprende quindi che perdano la pazienza.

swissinfo: Quali passi sono stati fatti per alleggerire il sistema?

S.G.: Le autorità federali hanno cercato di semplificare le cose, in modo da attrarre gli investimenti.

Il Segretariato di Stato dell’economia ha fatto molto, ma non poteva favorire un cantone rispetto ad un altro, perché altrimenti sarebbe stato accusato di agire in modo anticoncorrenziale.

I cantoni, in concorrenza fra loro, hanno adottato ognuno le proprie normative. Alcuni di loro hanno creato delle coalizioni per attrarre gli investimenti (ad esempio l’alleanza “Development economic western Switzerland” fra Vaud, Vallese, Neuchâtel e Giura). Sussistono però ancora ancora parecchi confini.

swissinfo: È facile per i piccoli gruppi o associazioni mettere i bastoni fra le ruote alle ditte che vogliono insediarsi in Svizzera?

S.G.: Il sistema di democrazia diretta vigente in Svizzera permette a singole organizzazioni – quali le associazioni ambientali – di bloccare i piani con la semplice raccolta di alcune firme.

Le grandi compagnie che intendono fare un importante investimento vogliono potere agire celermente e farlo fruttare nel giro di un anno. In Svizzera però, nessuno può garantire loro che ciò sia possibile.

Intervista swissinfo: Matthew Allen
Traduzione: Anna Passera

La bassa imposizione fiscale per le imprese in vigore in Svizzera, rende il paese interessante per le società che desiderano trasferirvi una sede direttiva.

Insediarvi un’industria è invece più difficile. Da un lato perché ognuno dei 26 cantoni ha le proprie normative. Dall’altro perché il sistema di democrazia diretta permette alla popolazione di bloccare questi progetti.

Al contrario, in Irlanda, un’istanza unica si occupa dei rapporti con le società straniere desiderose di investire nel Paese. Inoltre sono in vigore ampie riduzioni fiscali per le società.

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