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Svizzeri dell’estero: sì alla legge sull’asilo

Il Consiglio degli svizzeri dell'estero vuole che l'e-voting diventi presto realtà. ASO

Il Consiglio degli svizzeri dell'estero, riunito in assemblea venerdì a Basilea, consiglia di accettare la revisione della legge sull'asilo, in votazione il 24 settembre prossimo.

I delegati della «Quinta Svizzera» hanno inoltre vivamente criticato la chiusura di diversi consolati e la lentezza con cui la Confederazione sta introducendo il voto elettronico.

«Non ricordo una discussione tanto accesa ed emotiva su di un tema in votazione, da quindici anni a questa parte», ha detto a swissinfo Georg Stucky, presidente del Consiglio degli svizzeri dell’estero.

Riuniti nella loro tradizionale assemblea annuale a Basilea, i rappresentanti degli oltre 630’000 svizzeri residenti in tutto il mondo si sono espressi su due dei temi in votazione il 24 settembre, la revisione della legge sull’asilo e la nuova legge sugli stranieri. 38 delegati contro 26 hanno sostenuto l’inasprimento delle due leggi.

Gli oppositori al doppio progetto di legge hanno parlato di una rottura con la tradizione umanitaria svizzera. Alcuni hanno anche affermato che la detenzione preventiva in attesa di espulsione, che può colpire anche dei minori, non è conforme alle convenzioni ONU sui diritti dell’infanzia.

Meno attraente

I fautori dell’inasprimento delle leggi sull’asilo e sugli stranieri hanno invece fatto valere soprattutto l’argomento della difesa contro i «falsi» richiedenti e contro gli abusi. Grazie alla nuova legge la Svizzera diventerebbe finalmente meno interessante per i delinquenti, ma potrebbe continuare a prendersi cura dei veri richiedenti l’asilo.

La democristiana Thérèse Meyer, presidente del gruppo parlamentare che rappresenta gli svizzeri dell’estero a Berna, ha avuto un grande peso nella decisione finale, affermando che la legge proposta dal Consiglio federale era ancora più dura di quella attuale, che prevede le misure più drastiche solo nei casi eccezionali.

Secondo la Meyer bisogna dare un segnale chiaro verso l’esterno, per far capire che in Svizzera ci sono anche famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. «Non possiamo far passare il messaggio che il paese può accogliere tutti quanti», ha detto.

Un problema irrisolto

«Quello dell’emigrazione dai paesi poveri è un problema che non è stato risolto, né dalla Svizzera, né dall’Europa, come mostrano i continui sbarchi di clandestini in Italia e in Spagna», ha rilevato dal canto suo Remo Gysin, consigliere nazionale socialista di Basilea.

Gysin è intervenuto senza successo durante la seduta del consiglio, per raccomandare agli svizzeri dell’estero di dire no alle nuove leggi e di mantenere intatta la tradizione umanitaria elvetica.

«Questa raccomandazione di voto degli svizzeri dell’estero è preoccupante – ha sottolineato Gysin – perché purtroppo potrebbe essere rappresentativa di come voterà tutta la Svizzera».

Il clima è negativo – ha proseguito il consigliere nazionale basilese, specialmente dopo le nuove minacce terroristiche venute da Londra. «Nel dibattito i favorevoli all’inasprimento hanno mescolato un po’ di tutto per far presa, dalla criminalità alla violenza contro le donne e al traffico di droga», ha detto Gysin.

Consolati ed e-voting

Un argomento che tocca sul vivo le migliaia di cittadini svizzeri che vivono all’estero è la chiusura di diversi consolati, vittime delle misure di risparmio della Confederazione.

Scalpore hanno destato soprattutto la chiusura del consolato di Dresda, in Germania, e quella annunciata, per la fine dell’anno, della sede di Napoli.

Vista la recente crisi in Medio Oriente e le esperienze fatte durante lo tsunami nell’Asia meridionale, molti svizzeri dell’estero hanno chiesto che la Confederazione fermi l’emorragia di fondi al Dipartimento federale degli esteri (DFAE), da cui dipendono i consolati: il DFAE, secondo gli espatriati si è già sacrificato abbastanza.

Ma se alcune sedi fermano le porte, nuovi consolati vengono annunciati a Canton, in Cina, a Edinburgo, in Inghilterra e forse anche a San Pietroburgo, in Russia.

Ma non solo i consolati sono un ponte verso la madrepatria: gli svizzeri dell’estero chiedono anche un impegno maggiore da parte della Confederazione nell’introduzione del voto elettronico, che per alcuni di loro non è un lusso, ma una vera necessità.

In alcuni paesi infatti il materiale di voto arriva in ritardo, impedendo ai cittadini di esercitare i propri diritti. Tra le pecore «nere» per il servizio postale scadente sono stati citati l’Italia e il Messico.

Ma prima che l’e-voting diventi realtà, swissinfo prevede di gettare un ponte digitale tra svizzeri all’estero e candidati alle elezioni federali del 2007. È quanto annunciato il direttore del portale internet Beat Witschi.

swissinfo, Raffaella Rossello, Basilea

Il Consiglio degli svizzeri dell’estero è l’organo supremo dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero (OSE).

«Parlamento della quinta svizzera», il consiglio conta attualmente 148 membri, di cui alcuni vivono in Svizzera.

Compito del consiglio è di rappresentare gli interessi degli svizzeri che vivono all’estero.

Il consiglio si riunisce due volte l’anno. Una di queste riunioni avviene in contemporanea con il congresso dell’OSE.

Alla fine del 2005, 634’216 svizzere e svizzeri erano registrati all’estero.
Rispetto all’anno precedente l’aumento è stato di 11’1159 persone.
395’397 svizzeri all’estero vivono in Europa.
18’017 in Africa
163’122 in America
30’451 in Asia
27’229 in Oceania

Tema: «Partenariato tra economia e cultura: il segreto di Basilea».

Basilea è una metropoli culturale di portata europea, anche grazie al sostegno dell’industria farmaceutica.

Da alcuni anni Basilea è considerata la capitale svizzera dell’architettura contemporanea.

In programma ci sono, tra le altre cose, visite ai luoghi che confermano questa fama: lo stadio Sankt Jakob e la galleria Schaulager (architeti Herzog & De Meuron), la fondazione Beyeler (Renzo Piano), il museo Tinguely (Mario Botta), Novartis (Diener & Diener, Adolf Krischanitz, Frank Gehry).

Anche la sede del congresso è una delle icone dell’architettura moderna: la torre di Morger & Delego, con i suoi 105 metri di altezza e i suoi 31 piani il grattacielo più alto della Svizzera.

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