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Svizzeri ottimisti sul futuro dell’AVS

Il 73% delle persone intervistate sono convinte che al momento del pensionamento riceveranno l'AVS Keystone

La maggioranza degli svizzeri è fiduciosa sul futuro dell'AVS: è quanto emerge da un sondaggio del Dipartimento federale delle finanze.

Dall’inchiesta è pure risultato che i due terzi della popolazione giudicano “accettabile” il rapporto fra imposte e prestazioni dello Stato. Sempre meno cittadini sono d’altra parte disposti ad accettare una crescita del debito pubblico.

Per l’indagine l’istituto Demoscope ha intervistato 1500 cittadini elvetici di più di 18 anni in aprile e in maggio nella Svizzera tedesca e romanda. Lo scopo del sondaggio, effettuato ogni anno dal 1997 per conto del DFF, è di verificare le conoscenze e le opinioni della popolazione in materia di finanze della Confederazione.

I giovani più ottimisti

Fra gli intervistati che non hanno ancora raggiunto l’età di pensionamento, il 73 per cento pensa che riceverà una rendita AVS. Lo scorso anno la proporzione era del 69 per cento. I più ottimisti in questo campo quest’anno sono risultati i romandi: la proporzione di coloro che si dicono fiduciosi è passata addirittura dal 67 al 79 per cento. Il 78 per cento (68 per cento nel 2001) degli intervistati sa peraltro che la popolazione attiva diminuisce rispetto ai beneficiari dell’AVS.

Il rapporto fra imposte e prestazioni dello Stato ha registrato una crescita del malcontento, che è passato dal 24 al 29 per cento. Esso beneficia comunque ancora della «benedizione» della maggioranza: il 67 per cento (69 per cento nel 2001) degli intervistati lo giudica infatti soddisfacente.

Solo il 33 per cento degli intervistati sa che il carico fiscale in Svizzera è inferiore a quello dei Paesi dell’Unione europea. Il 35 per cento pensa invece che sia superiore in Svizzera e il 22 per cento crede che sia più o meno uguale.

Pareri discordanti sull’armonizzazione fiscale

I pareri sono divisi sull’armonizzazione fiscale fra i cantoni: il 51 per cento (52 per cento nel 2001) auspica imposte uguali in tutti i cantoni, mentre il 48 per cento (44 per cento nel 2001) è per lo statu quo. Nella Svizzera tedesca i fautori dell’uniformazione fiscale fra i cantoni sono scesi dal 54 al 49 per cento, allorché in Romandia sono progrediti dal 46 al 54 per cento.

Un aumento del debito pubblico per finanziare le prestazioni dello Stato è accettato solo dal 16 per cento (15 per cento nel 2001). Il 49 per cento (44 per cento nel 2001) preferisce una riduzione delle prestazioni e il 26 per cento opta per un rialzo delle imposte.

Se quest’ultima soluzione si rivelasse indispensabile, il 41 per cento (39 per cento nel 2001) punterebbe su un aumento dell’Iva, il 30 per cento (stessa percentuale del 2001) su un rincaro dell’imposta federale diretta e il 19 per cento (18 per cento nel 2001) su una nuova imposta.

Il DFF aveva già pubblicato alla fine di maggio i risultati del sondaggio relativi al segreto bancario, quando il tema era di grande attualità. Il 58 per cento (59 per cento nel 2001) degli intervistati ritiene che anche in futuro il segreto bancario debba essere sospeso solo in caso di truffa fiscale o di attività criminali. Soltanto l’11 per cento (10 per cento nel 2001) è favorevole all’abolizione.

swissinfo e agenzie

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