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Calcio, “No al doppio passaporto in nazionale”

Dopo l'eliminazione della nazionale svizzera agli ottavi in Russia si riaccendono le polemiche riguardanti l'origine straniera di diversi protagonisti della selezione rossocrociata.

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L’accusa mossa da diversi tifosi è che alcuni calciatori non sarebbero troppo attaccati alla maglia svizzera: si impegnano a fondo solo in determinate gare e non cantano l’inno. C’è poi stata la sanzione della FIFA al gesto dell’aquila, simbolo della bandiera albanese, mimato da Shaqiri e Xhaka (e incomprensibilmente dal lucernese Lichtsteiner) in occasione dell’incontro con la Serbia che ha fatto insorgere, tra gli altri, il consigliere nazionale leghista Quadri.

Ma a far discutere oggi è la presa di posizione di Alex Miescher, segretario della Swiss Football Association (ASF), che è intervenuto con toni inconsueti all’interno della federazione elvetica. In sostanza Alex Miescher in un’intervista al Tages Anzeiger ha posto il problema della presenza di calciatori naturalizzati con doppio passaporto (status riconosciuto esplicitamente dall’ordinamento svizzero) tra gli undici rossocrociati, proprio alla luce del gesto dei due calciatori di origine kosovara.

Un quesito che per il dirigente federale ha ripercussioni anche di tipo strategico dal momento che le nazionali giovanili svizzere hanno formato anche di recente campioni che una volta giunti alla soglia della selezione maggiore hanno optato per un’altra nazionale (emblematico il caso del croato del Barcellona Rakitic). Per questo viene avanzata la proposta di obbligare i calciatori selezionati nelle squadre giovanili svizzere a rinunciare al passaporto straniero.

La discussione è lanciata ed è destinata a lievitare nelle prossime settimane. Intanto sui social però c’è chi osserva che “mentre noi continuiamo a discutere di queste baggianate, una delle tre squadre “africane” ancora in lizza (Francia, Belgio e Inghilterra) vincerà il Mondiale.      

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