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Swisscom si piega ma non si arrende

Jens Alder attende con impazienza gli obiettivi strategici del Consiglio federale Keystone

Swisscom resta molto critica di fronte al veto governativo sugli investimenti all'estero. Ma, per il momento, i suoi dirigenti restano al loro posto.

L’operatore telefonico elaborerà una nuova strategia che rispetti la volontà del governo non appena Berna definirà i nuovi obiettivi.

In una conferenza stampa tenuta a Zurigo, Markus Rauh, presidente del consiglio di amministrazione, e Jens Alder, presidente della direzione, si sono mostrati delusi del veto dell’esecutivo a cooperazioni al di fuori dei confini nazionali.

“Sono sorpreso e costernato che il Consiglio federale, cui Swisscom negli ultimi anni ha fatto affluire oltre dieci miliardi di franchi, da un giorno all’altro tratti Swisscom come un’eredità minacciosa, di cui è meglio liberarsi”, ha affermato il presidente del Cda.

Ma prima di ciò il Consiglio federale intende ancora “mungere” l’operatore telecom. Swisscom è stata trattata in modo indifferenziato come un caso potenziale di risanamento del tipo Swissair, ha osservato.

Opposizione inattesa

Alder si è detto toccato personalmente se Swisscom viene messa in cattiva luce “con accuse sommarie”.

“Nelle ultime due settimane abbiamo incassato un grave danno in termini di credibilità quale partner negoziale”, ha dichiarato Alder a swissinfo.

Per Rauh, si tratta invece di un “niet” a Eircom. Il presidente dell’organo di sorveglianza ha detto di ritenere che gli argomenti sollevati contro una partecipazione nell’operatore telecom irlandese sono di natura politica.

È da un anno che il dossier Eircom è sul tavolo di Swisscom. Il tentativo di acquisizione è stato preceduto da un’analisi approfondita, ha proseguito Rauh, aggiungendo che il Consiglio federale era informato su tutti i passi.

L’esecutivo ha appoggiato la strategia estera di Swisscom anche in occasione di altri progetti, quali Telekom Austria o Cesky, ha aggiunto Rauh.

Fase di stallo

Jens Alder ha sottolineato che le attività elvetiche sul lungo periodo possono essere garantite solo grazie a investimenti all’estero. Già oggi Swisscom ha interrelazioni con l’estero.

“Un no assoluto ad investimenti all’estero per i prossimi quattro anni renderà insostenibile la nostra posizione in Svizzera”, ha sottolineato Alder.

Dal Consiglio federale Swisscom si attende ora l’elaborazione entro fine anno degli obiettivi strategici per il periodo 2006- 2009.

In seguito, il Cda li esaminerà e valuterà “quali persone” entreranno in considerazione “per l’attuazione della strategia”. Fino ad allora Rauh e Alder continueranno ad occupare le loro cariche.

Obiettivi precisi

Swisscom ha chiesto che gli obiettivi strategici 2006-2009 vengano “formulati con precisione”.

In particolare – afferma il comunicato – è necessaria chiarezza per quanto riguarda la conformità alla legge sull’azienda delle telecomunicazioni, la strategia internazionale, quella di distribuzione e il processo di privatizzazione.

Solo in questo modo sarà possibile garantirsi “la fiducia degli investitori”.

Per quanto attiene alla privatizzazione, Swisscom auspica che alla Confederazione non vengano accordati diritti speciali rispetto a quelli degli altri azionisti.

Investimenti in Svizzera

Swisscom proseguirà e intensificherà ulteriormente la propria strategia nel core business. In passato i maggiori investimenti sul mercato nazionale sono stati effettuati indipendentemente dalle attività con l’estero.

E anche in futuro Swisscom investirà annualmente oltre un miliardo di franchi nell’ulteriore sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di telecomunicazione nel paese

swissinfo e agenzie

Dieci giorni fa il governo ha annunciato la volontà di cedere la partecipazione del 66.1% che detiene nel capitale di Swisscom. In altre parole, il Consiglio federale intende privatizzare l’operatore.

Il giorno dopo, lo stesso esecutivo si dichiarava contrario a qualsiasi importante acquisizione all’estero fino a quando lo Stato sarà azionista maggioritario di Swisscom.

Le due contradditorie dichiarazioni hanno suscitato numerose reazioni e critiche.

Il parlamento ha ad esempio richiesto un dibattito urgente su Swisscom.

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