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Tempi duri per la Posta

Dopo le critiche a lui rivolte, Ulrich Gygi lancia il suo grido d'allarme Keystone Archive

Messo sotto pressione dalla liberalizzazione del mercato, il gigante giallo non riesce a concretizzare tutte le misure di risparmio che vorrebbe.

L’allarme è lanciato dal suo direttore generale Ulrich Gygi sulla «Mittelland Zeitung».

«Andiamo incontro a gravi difficoltà, se continuiamo semplicemente ad ignorare i legami economici», ammonisce il patron della Posta.

Gygi ricorda in proposito la vicenda Swissair. Nessuno avrebbe immaginato la scomparsa della compagnia aerea di bandiera, così come nessuno ritiene possibile quella della Posta, osserva.

La pressione della concorrenza

Le mutate condizioni di mercato costringono La Posta a ridurre i costi nel comparto lettere: in caso contrario il gigante giallo rischia di perdere i clienti commerciali, con i quali viene conseguito l’80% del fatturato del settore, spiega Gygi.

Questa clientela infatti se non è soddisfatta non esita a rivolgersi alla concorrenza. E l’aumento delle tariffe non rappresenta certamente una soluzione a lungo termine per evitare disavanzi.

Impiego: tagli certi

In quest’ottica Gygi giudica indispensabile la riorganizzazione dei centri di smistamento.

La Posta, con la collaborazione dei partner sociali, sta ora studiando altre varianti per il progetto REMA che tengano maggiormente conto degli aspetti di carattere sociale e regionale.

Ma delle riforme devono essere attuate, puntualizza il direttore generale, secondo il quale la soluzione con due assi nord-sud ed est-ovest è troppo cara.

Più realista a suo parere, è l’opzione dei centri secondari. Ora si sta discutendo la ripartizione regionale degli impieghi. In ogni caso però andranno persi posti di lavoro, avverte.

I remi in barca

Il 25 novembre scorso, dopo settimane di aspre polemiche e di vibrate proteste sindacali e dal mondo politico, la Posta aveva annunciato il ritiro del progetto REMA che prevedeva una profonda ristrutturazione dei suoi centri di smistamento della corrispondenza.

Il management del gigante giallo intendeva ridurre da 18 a 3 i centri di smistamento, centralizzandoli sull’Altipiano. La misura avrebbe permesso il risparmio di circa 240 milioni di franchi all’anno.

Ma anche l’impiego, soprattutto nelle regioni periferiche del paese, ne sarebbe stato fortemente riguardato. Tra il 2006 e il 2008, REMA sarebbe costato circa 2’500 posti di lavoro, occupati al momento da 3’500 persone.

swissinfo e agenzie

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