TF: naturalizzazione, vie di ricorso estese per candidati
(Keystone-ATS) I candidati alla naturalizzazione beneficeranno davanti al Tribunale federale (TF) di possibilità di ricorso estese per contestare un rifiuto. I giudici di Losanna non limiteranno l’esame al carattere discriminatorio della decisione o all’insufficienza della motivazione.
D’ora in poi i giudici losannesi esamineranno pure se sono riunite le condizioni di una naturalizzazione e se il rifiuto presenta un carattere arbitrario, precisa oggi la Corte suprema in una sentenza che farà giurisprudenza.
Grazie a questa modifica, un candidato alla naturalizzazione potrà contestare un rifiuto spiegando di aver soddisfatto tutte le condizioni poste dalle disposizioni federali e cantonali in materia e che, di conseguenza, il veto riveste un carattere insostenibile, oppure è contrario al principio dell’uguaglianza.
La Corte suprema giustifica il cambiamento di giurisprudenza riferendosi alla revisione parziale della Legge federale sull’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera, entrata in vigore nel 2009.
I requisiti per ottenere la naturalizzazione sono: l’integrazione nella comunità svizzera, la familiarizzazione del candidato con il modo di vita e gli usi e costumi elvetici, il rispetto dell’ordine giuridico svizzero e l’assenza di pericolo per la sicurezza interna o esterna. I cantoni dispongono della facoltà di verificare tali criteri.
I casi esaminati dal TF riguardano una donna albanese e il figlio invalido. Il Tribunale amministrativo sangallese aveva deciso la naturalizzazione della prima, ma rifiutato quella del secondo. Adottando il punto di vista dell’istanza cantonale, la Corte suprema rileva che il requisito dell’integrazione non è soddisfatto per quel che riguarda il figlio, che ha rinunciato deliberatamente a partecipare a qualsiasi attività sociale.
Nel caso della madre, il Tribunale cantonale aveva ritenuto che la partecipazione ad associazioni o ad altre attività analoghe non costituiscono un fattore determinante per determinare il grado d’integrazione.
