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Ticino, ponte elvetico tra nord e sud Europa

Il ponte romano riassume il ruolo storico del Ticino tra nord e sud del continente europeo (Fonte: http://www.monacaron.com/~mona/images/large/ponte-romano.jpg) Fonte: http://www.monacaron.com/~mona/images/large/ponte-romano.jpg

Il ruolo geografico, culturale, economico, politico del Ticino a cavallo tra nord e sud dell'Europa dibattuto venerdì in un convegno a Lugano.

La storia e lo sviluppo del Ticino sono strettamente legati alla sua posizione centrale tra nord e sud Europa. Oggi di fronte ai grandi cambiamenti internazionali ed al rallentamento dell’economia mondiale, per la sua crescita futura il Cantone deve saper rivalorizzare questa sua collocazione geografica.

Università e tecnologia

“Il Ticino: quale ponte svizzero verso l’Europa meridionale” è stato questo il tema del convegno organizzato dall’Accademia svizzera di Scienze tecniche, in collaborazione con la Alstom Power Technology, l’Università della Svizzera italiana (USI), la Scuola universitaria professionale (SUPSI) e il Dipartimento istruzione e cultura cantonale.

In questa funzione di collegamento, un ruolo importante è senza dubbio quello dell’Università, ha ricordato il presidente dell’Usi Marco Baggiolini, grazie agli scambi accademici con gli atenei italiani ed alla ricerca che può tradursi in innovazione e crescita economica.

Per Djordije Maric del Centro svizzero di calcolo scientifico, lo sviluppo delle nuove tecnologie sempre più veloci e meno care rendono oggi più facile e incisivo questo collegamento: “Ma proprio lo sviluppo tecnologico – ha sottolineato – impone una formazione continua e l’acquisizione di nuove competenze in ogni settore professionale”.

Il ponte interrogativo

Per Rico Maggi, direttore dell’Istituto di ricerche economiche, il concetto di ponte implica delle ottime opportunità, a patto però si stia attenti all’evoluzione della struttura produttiva al di qua e al di là del confine. Altrimenti, ha avvertito lo studioso, i ponti non portano da nessuna parte.

Secondo Angelo Rossi, direttore della SUPSI, Il Ticino deve orientarsi su specifiche nicchie di mercato, poiché questa può essere una scelta molto interessante per l’area economica italiana. Sempre che però il Cantone sappia superare quel continuo oscillare tra aperture e chiusure verso l’esterno.

Immagine e marketing

Da tutti i relatori è stata ribadita la necessità di rinnovare e promuovere meglio l’immagine del Ticino e quanto esso offre in termini di opportunità economiche e imprenditoriali.

Aspetto questo evidenziato da Rudolf Ramsauer di Economiesuisse, il quale ha ricordato che il Ticino è visto ancora come la regione delle vacanze e della buona cucina. ” Il Ticino – ha affermato – deve saper mostrare il suo nuovo volto e, soprattutto, sfruttare bene gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea per essere ben presente su un mercato più grande che offre enormi possibilità”.

Critiche a Berna

Luigi Pedrazzini, presidente del Governo cantonale, ha tracciato una panoramica tra passato e presente di una regione in cui i collegamenti stradali e ferroviari hanno avuto un’importanza vitale, ma che oggi sono il nervo scoperto del Ticino. Col transito dei mezzi pesanti, ha osservato, il Ticino, si trova a vivere una situazione di emergenza viaria e ambientale.

Da Pedrazzini sono partite due stoccate a Berna: per come è stato progettato l’Alptransit, giudicato troppo “elvetocentrico” e senza aver coinvolto sino in fondo i partner europei, tant’è che le nuove trasversali ferroviarie alpine si dimostrano assai fragili verso i prolungamenti oltre confine; e per l’atteggiamento della Confederazione che guarda sempre ad est, ovest, nord ma non a sud.

Spazi di manovra cantonali

Un’indicazione concreta su quelli che possono essere i reali spazi del Cantone in questa sua funzione di ponte sul meridione d’Europa è venuta da Piero Bassetti che è stato il primo presidente della Regione Lombardia ed oggi è a capo dell’Associazione Globus-Locus. Per Bassetti i recenti problemi della piazza finanziaria ticinese, sia per la frenata dei mercati mondiali sia per effetto dello Scudo fiscale del ministro italiano Giulio Tremonti, impongono una riconversione delle basi strategiche dell’economia cantonale.

Il futuro, ha osservato, sta nella logistica: “La Lombardia è intasata dal traffico merci e da quello privato, i valichi alpini si trovano più o meno nella stessa situazione. Coi transiti ci si può arricchire o impoverire. Il Ticino può sfruttare bene questa possibilità, recuperando quell’esperienza logistica accumulata anni addietro in funzione del porto di Genova. In questo settore, il know-how del nord Italia è inferiore a quello del Ticino, quindi si apre un grande spazio per un lavoro comune”. Soltanto una solida alleanza con il Nord Italia, ha affermato Bassetti, può rendere il Cantone più forte anche nei confronti di Berna.

Libero D’Agostino

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