Timoshenko, tribunale rifiuta scarcerazione
(Keystone-ATS) Per la quinta volta la difesa ha chiesto al tribunale distrettuale di Pechersk la scarcerazione dietro cauzione della ex premier ucraina, Iulia Timoshenko, e per la quinta volta il giudice l’ha negata. Domani la Corte di Appello di Kiev stabilirà se confermare o meno la decisione del tribunale di negare la libertà provvisoria alla leader dell’opposizione.
Durante l’udienza di oggi, è stato ascoltato come testimone l’ex vice premier e attuale braccio destro di Timoshenko, Oleksandr Turcinov, secondo cui “nessun ministro era contrario” al contratto per le forniture di gas siglato con la Russia nel 2009. Turcinov ha affermato che dopo la stipulazione dell’accordo, c’è stata una seduta del governo durante la quale Timoshenko “ha informato il Consiglio dei ministri dei risultati delle trattative con Mosca e il governo ha approvato gli accordi raggiunti”.
Timoshenko, già gravata da un provvedimento di obbligo di dimora, è stata arrestata venerdì scorso in aula per il suo atteggiamento irriverente verso corte e testimoni. È accusata di aver imposto alla società statale energetica Naftogaz un accordo con il colosso russo Gazprom per le importazioni di gas nel 2009, senza il parere del governo da lei guidato. Secondo l’accusa, il prezzo concordato sarebbe stato svantaggioso per l’Ucraina.
In viale Khreshatik, nel cuore di Kiev, continua intanto la manifestazione davanti al tribunale, dove circa 500 persone chiedono la scarcerazione dell’eroina della Rivoluzione arancione filo occidentale del 2004. Un uomo è stato arrestato per aver strappato una collanina dal collo di un’altra persona. Dopo l’arresto, secondo la polizia, il ladro avrebbe detto di essere venuto a Kiev dalla regione di Kirovograd per guadagnare del denaro e di aver ricevuto 250 grivnie al giorno (circa 22 euro) per partecipare alla manifestazione. Il partito di Timoshenko, ‘Patrià, ha definito la versione delle forze dell’ordine come “un’altra provocazione della polizia”.