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Tortura: la Convenzione entra in vigore senza la Svizzera

Tutti i centri di detenzione saranno soggetti a delle ispezioni Keystone

Con la ratifica da parte di 20 Stati, entra in vigore il protocollo che rafforza la Convenzione Onu. Soddisfatta l'Associazione per la prevenzione della tortura.

L’Organizzazione non governativa di Ginevra, all’origine del progetto, si augura che la Svizzera ratifichi il testo al più tardi nel 2007.

Con la loro ratifica, venti Stati hanno fatto sì che il 22 giugno 2006 entrasse in vigore il protocollo facoltativo che rafforza la Convenzione Onu contro la tortura. Il testo era stato adottato dall’Assemblea delle nazioni unite nel dicembre del 2002.

Il passo è stato salutato dall’Associazione per la prevenzione della tortura (APT). L’organizzazione non governativa con sede a Ginevra è all’origine di questo progetto e ha lottato 20 anni per fare accettare l’idea di visite non annunciate nei luoghi di detenzione.

Gli episodi di tortura non accennano a diminuire nel mondo e per l’ATP lo strumento delle visite a sorpresa è «un’arma che permetterà di lottare più efficacemente».

«Stiamo entrando nella fase operazionale», si è rallegrata la parlamentare svizzera Martine Brunschwig Graf, presidente della APT. Unico rammarico: la mancata ratifica del protocollo da parte della Svizzera.

La Confederazione, insieme alla Costa Rica, è stata uno dei paesi che hanno spinto maggiormente per arrivare all’adozione del protocollo. Nella fase progettuale, il governo elvetico ha offerto assistenza legale e tecnica. Ma lentezza burocratica e questioni in merito al finanziamento delle misure previste dal protocollo hanno frenato la ratifica.

Ratificazione svizzera forse nel 2007

«Desideravo che la Svizzera fosse tra i primi 20 Stati a ratificare il testo» ha dichiarato Martine Brunschwig Graf.

A swissinfo, la presidente dell’APT ha espresso la sua delusione per l’occasione mancata dalla Confederazione: «Abbiamo bisogno di meccanismi preventivi in tutti i paesi e se si è un paese che ha a cuore i diritti umani – come la Svizzera – allora bisogna saper dare l’esempio».

Martine Brunschwig Graf punta il dito contro l’eccessiva lentezza della procedura di consultazione volta a raccogliere il parere dei cantoni e spera che la Confederazione ratifichi il protocollo all’inizio del 2007. Farlo dopo il 2007, sarebbe «inaccettabile».

Quale commissione?

La presidente dell’APT ha inoltre espresso il desiderio che la commissione nazionale che la Svizzera – come tutti gli altri paesi firmatari – è chiamata a istituire «venga munita di mezzi sufficienti».

L’attuale proposta del Consiglio federale, spiega a swissinfo la parlamentare ginevrina, non è soddisfacente. «La struttura proposta per la commissione prevede 12 volontari ai quali non vengono messi a disposizione né un’infrastruttura né dei fondi specifici. Noi abbiamo detto chiaramente che non si può mettere in piedi un meccanismo senza le necessarie risorse economiche e umane. Non può funzionare su una base amatoriale».

Dal canto suo, Folco Galli, portavoce dell’Ufficio federale di giustizia, fa notare l’importanza della procedura di consultazione e della posta in gioco. A swissinfo, Galli ha detto che «non si tratta semplicemente di ratificare il protocollo. Noi dobbiamo garantire che possa essere applicato in Svizzera e per farlo dobbiamo disporre di un meccanismo nazionale».

Prevenire

La presidente della APT ha messo in rilievo l’approccio preventivo adottato con il sistema delle visite regolari, sistema che non interessa solo le prigioni e le stazioni di polizia, ma anche gli ospedali psichiatrici e i centri d’accoglienza per i richiedenti l’asilo. Questo tipo di approccio dovrebbe permettere di ridurre i maltrattamenti e migliorare le condizioni di detenzione.

Il protocollo prevede inoltre la creazione di un sottocomitato di esperti dell’Onu che ne sorveglierà l’applicazione. Il comitato potrebbe essere operativo verso la fine del 2007.

L’investigatore capo dell’Agenzia sulle torture dell’Onu, Manfred Nowak, ha salutato quello che ha definito «lo sviluppo più importante per una prevenzione efficace della tortura a livello mondiale».

swissinfo e agenzie

Il protocollo alla Convenzione Onu sulla tortura è stato ratificato da 20 Stati.
Africa: Liberia, Mali, Isole Maurizio
Asia: Maldive
Europa: Danimarca, Malta, Spagna, Svezia, Gran Bretagna, Albania, Croazia, Georgia, Polonia.
America: Argentina, Bolivia, Costa Rica, Honduras, Messico, Paraguay, Uruguay.
La Svizzera ha firmato il protocollo nel giugno del 2004, ma non l’ha ancora ratificato.

Recentemente, il senatore Dick Marty si è lamentato in un’interpellanza perché il governo non dimostra una particolare sollecitudine nella procedura di ratifica del protocollo aggiuntivo della Convenzione contro la tortura.

Il governo ha allora risposto che il protocollo aggiuntivo solleva numerose questioni essenziali. La procedura di consultazione è terminata e quasi tutte le istanze consultate (cantoni, partiti, organizzazioni economiche e non governative) si sono dette favorevoli a una ratifica rapida. Le critiche riguardano il finanziamento e la forma da dare ai meccanismi previsti.

Il governo ha però deciso di non pubblicare il dettaglio di queste reazioni, che renderà note insieme al messaggio per il parlamento, nel corso di quest’anno. È dunque probabile che la ratifica della Svizzera avvenga solo l’anno prossimo.

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