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Tour de Suisse: la rivincita del Giro?

Riparte martedì il Tour de Suisse: 18'000 metri di dislivello da superare su e giù per le montagne. www.tds.ch

Scatta martedì da Lucerna e si concluderà il 27 a Bienne. I grandi favoriti dovrebbero essere Savoldelli e Casagrande.

Dal Museo dei Trasporti di Lucerna all’Arteplage di Bienne per preparare al meglio il’Tour de France. Il Tour de Suisse, quarta corsa a tappe più importante (dopo appunto la Grande Boucle, il Giro e la Vuelta), ripropone il grande ciclismo sulle strade elvetiche dopo l’assaggio del Tour de Romandie.

Percorso “nervoso” con tre arrivi in quota

La corsa scatterà martedì da Lucerna con un cronoprologo cittadino di km 5,7 (zona Museo dei trasporti), per concludersi giovedì 27 con la cronometro Lyss-Bienne (arrivo sull’Arteplage di Expo.02) di 34,5 km. Dieci giorni di corsa, nove tappe per 1451 km ed un dislivello globale di 18.967 metri.

Due crono, tre frazioni piatte, due di media difficoltà e tre di salita. Il tappone è quello di domenica 23, Meiringen-Meiringen di 147 km con Grimsel, Furka e Susten. In Ticino la carovana arriverà sabato 22 con la Coira-Ambrì via Lucomagno (epilogo sulla pista dell’aerodromo leventinese).

Tour de Suisse da 5,5 milioni di budget

Un Tour de Suisse, che almeno sulla carta, si presenta più impegnativo del recente passato. Oltre al… trittico dai duemila in su, per gli scalatori ci saranno due finali adatti ad illustrarne le caratteristiche, quelli di Samnaun (con un breve sconfinamento in Austria) e di Verbier.

Pendenze non impossibili, ma in grado di fare selezione e di permettere a chi punta alla maglia gialla di leader di farsi sentire. Ed i pretendenti non mancheranno.

Un percorso insomma invitante e che promette spettacolo (anche se toccherà poi agli “attori” rispondere presente). “Schiacciato” fra un Giro d’Italia arrivato a Milano con sul groppone troppe polemiche ed un Tour de France che è diventato il punto di riferimento per le corse a tappe (mettendo, ingiustamente, in ombra il resto), il Giro della Svizzera riesce a mantenere le posizioni (budget di 5,5 milioni di franchi con la Feldschlösschen quale sponsor principale).

Casagrande, Salvodelli, Museeuw o Alex Zülle?

Diciassette squadre (ognuna con 8 corridori) percorreranno i 1451 chilometri del TdS dal 18 al 27 giugno prossimi sulle strade elvetiche.

Quali i grandi favoriti per la vittoria finale della maglia gialla? Paolo Savoldelli, Francesco Casagrande, Erik Zabel, Johan Museeuw e Pavel Tonkov.

Nutrita ed agguerrita anche la pattuglia svizzera con, in testa, Alex Zülle, vincitore di due tappe al Tour de Romandie ad inizio maggio. Al via anche i fratelli Beat e Markus Zberg, Alexandre Moos e Laurent Dufaux.

Gli organizzatori proiettati nel futuro

Il direttore della corsa Marc Biver e il comitato organizzativo del Tour de Suisse si stanno movendo in varie direzioni, anche in proiezione futura.

Così si sa già che il TdS del 2003 scatterà di lunedì, mentre nel 2004 probabilmente (è un sogno che il patron lussemburghese insegue dal giorno che ha preso in mano le redini della gara) si svolgerà sull’arco di due weekend con partenza di venerdì e conclusione di domenica.

Anche questi sono passi che danno spessore alla competizione, in un calendario dove la tradizione e la storia non bastano più per garantirsi successo e credibilità.

A Dürrenroth la “Place of Fame” del pedale

La scelta di presentare il Tour de Suisse numero 66 a Dürrenroth, villaggio immerso nel verde dell’Emmental, non è stata casuale. Infatti per la località bernese, a pochi chilometri da Huttwil (uscita autostradale Sursee), è stato un giorno speciale, di festa.

L’ex corridore René Brogli, con il supporto di Stefan Joho e di Toni Rominger ha pensato di creare una “Place of Fame”, dedicando diversi angoli della piazza del paese ai campioni del pedale di ieri e d’oggi.

Ognuno ricordato con una placca che ne ricorda i principali dati anagrafici e della carriera. Si va da Kübler a Coppi, da Merckx ad Hinault per arrivare a Richard, Camenzind e Zülle. Sessanta campioni fra i quali 10 svizzeri. Diventerà di certo una meta per gli appassionati delle due ruote.

Filippo Frizzi

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