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Tra noccioli di ciliegia ed alta tecnologia

Uno degli oggetti premiati nel concorso Swiss Design 2002 Keystone

L'edizione 2002 del Concorso federale swiss-design ha premiato 24 lavori di giovani designer.

Le creazioni sono esposte fino al 12 gennaio al Museum für Gestaltung di Zurigo in una mostra giocosa e affascinante, la cui parola d’ordine è “fare rete”.

Noccioli di ciliegia e ritrovati ad alta tecnologia, abiti e accessori, grafica, fotografia e scenografia: swiss-design non ha posto limiti alla creatività dei partecipanti.

Alla veneranda età di 85 anni, il concorso federale ha deciso di cambiare pelle: “Un’elaborazione che é durata tre anni”, racconta Patrizia Crivelli, responsabile dell’Ufficio per il design del Dipartimento federale della cultura, “ed é sfociata in questa prima esperienza, estremamente positiva”.

Le creazioni non sono più messe a confronto per categorie, ma in base a due direttrici: da una parte gli oggetti nati per il mercato e dunque riproducibili in serie, dall’altra i pezzi unici, pura sperimentazione.

Incentivi alla creatività

Al premio in denaro – 20mila franchi da spendere in libertà – quest’anno si é aggiunta la possibilità di scegliere uno stage di sei mesi in un atelier di designer affermati: l’Ufficio federale procura il contatto e mette a disposizione un appartamento e 2000 franchi al mese.

“Ci proponiamo come mediatore: una scelta che risponde alla loro esigenza di entrare in contatto con il mondo del lavoro, viaggiare all’estero, usufruire di opportunità di crescita”.

E sono andati a ruba i primi sette posti: presso Toledo Studio e Visionaire a New York, Vogt e Weizenegger a Berlino, Jasper Morrison e GTF Graphic Thought Facility a Londra, Jakob Schlaepfer a San Gallo.

Il coraggio di sperimentare

A maggioranza schiacciante, la sperimentazione vince sul mercato: ben 21 fra i vincitori hanno portato pezzi unici, solo nove le idee riproducibili in serie.

Il design emergente svizzero, d’altronde, vive di piccole idee geniali. Come la linea 37 gradi delle bernesi Maria Pia Amabile e Maja Abplanalp: cappelli e cinture, guanti e manicotti tempestati di semi di ciliegia, da mettere al forno o sul termosifone prima di essere indossati.

La biancheria di latex di Daniel Hermann, incontro magico fra il pizzo della nonna e il materiale plastico caro alla scena fetish, che qui diventa sottile e liscio come seta. I vestiti incompleti di Sandra Lemp: maniche da accorciare, linee da definire sul proprio corpo.

Il Sonic Futon di Simone Lüling, un tappeto di gomma attraversato da invisibili sensori che trasformano le frequenze musicali in vibrazioni da sentire con il corpo.

Ha vinto il libro Susa Flott di Judith Zaugg (edizioni Lucha Libro), che disegna al computer i suoi personaggi colorati, allegri e comunicativi.

Premiati i Norm, Dimitri Bruni e Manuel Krebs, ossessivi ricercatori e linotipisti ironici, così come il progetto visionario Public Privacy di Rachel Imboden, con decine di soluzioni per sentirsi in privato anche in mezzo alla folla: il tappeto di erba finta portatile, il recinto estemporaneo, l’impermeabile matrimoniale per scambiare due chiacchiere in intimità, anche in un ascensore affollato.

Fare rete

“I lavori sono tutti molto buoni, ma mostrarli poteva risultare noioso”, racconta Ralf Michel, curatore dell’esposizione a Zurigo e coordinatore della piattaforma Swiss Design Network.

Così si é scelto di lavorare attorno al tema di fare rete, con ogni mezzo possibile: il pavimento della grande sala del Museum für Gestaltung é attraversato da linee colorate che tracciano una mappa interattiva, che racconta un poco il retroscena quotidiano dei designers:quali si conosceva già, in quali scuole hanno studiato, con quali colleghi lavorerebbero ad un progetto nuovo.

Altre icone sparse nel reticolato segnalano concorsi ed opportunità per fare conoscere il proprio lavoro o accedere a finanziamenti: “Abbiamo cercato di approfittare di questa occasione per dare vita a reti sociali”, continua Ralf Michel.

Così gli spazi d’incontro e dibattito sono implementati e confusi con la mostra stessa. Come il Design Salon, con divani, luci soft e computer connessi al sito omonimo, che contiene tutte le risorse di informazione sul design.

Insieme alla mostra, é uscito il catalogo curato dall’editore Lars Müller, un viaggio affascinante per segni e parole nel mondo dei premiati. Esilarante, il repertorio delle risposte alla domanda: da chi o da cosa prendi ispirazione? Tutti insieme appassionatamente ecco i Prodigy e George Orwell, il Carpaccio e gli stilisti giapponesi, il Quattrocento italiano e le eroine del fumetto. Il termine per partecipare alla prossima edizione scade il primo gennaio del 2003.

Serena Tinari

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