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Traffico sull’A2: necessario un organo di coordinamento

I membri del gruppo di lavoro "Ottimizzazione del traffico pesante sull'A2" Keystone

Solo un ulteriore sforzo di coordinamento tra autorità federali, cantonali e degli Stati confinanti permetterà di meglio regolare il flusso di veicoli pesanti lungo l'autostrada A2 e di rendere quindi il traffico più scorrevole. E' la conclusione dell'apposito gruppo di lavoro istituito lo scorso giugno dal ministro Moritz Leuenberger.

In occasione della sua seconda seduta, il gruppo «Ottimizzazione del traffico pesante sull’A2» – presieduto dal segretario del Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) Hans Werder – ha visitato mercoledì i centri doganali di Basilea e compiuto un’analisi approfondita dei problemi più urgenti.

È risultato che tutte le parti in causa fanno il possibile per migliorare il settore su cui hanno competenze dirette, ma è anche stato rilevato che «l’ottimizzazione delle singole parti» non produce «l’ottimizzazione dell’intero sistema», indica una nota diramata dal DATEC. Manca infatti un organo di gestione a un livello superiore.

Sul piano istituzionale sono stati individuati tre ostacoli di peso: la separazione esistente tra gestione del traffico e gestione delle dogane (molte decisioni vengono prese in comune, ma manca un organo di coordinamento globale); le competenze cantonali (anche in questo caso vi è collaborazione, ma in definitiva le competenze spettano ai singoli cantoni) e i rapporti con l’estero (esistono importanti interazioni tra le regolamentazioni applicate in Svizzera e nei paesi confinanti, ma le possibilità di esercitare reciproca influenza sono alquanto limitate).

Il gruppo afferma che «numerose misure individuali permetteranno di rimediare alla situazione attuale», ma tenendo conto del previsto aumento del traffico nei prossimi anni, «solo un sistema di gestione del traffico e delle operazioni di sdoganamento che coinvolga tutte le autorità cantonali e nazionali interessate, permetterà di raggiungere un autentico miglioramento».

Il gruppo, di cui fa parte anche il consigliere di stato ticinese Marco Borradori, ha pure valutato le prime misure già realizzabili a partire dal prossimo autunno, che riguardano in particolare le operazioni doganali, la creazione di vie di accesso supplementari ai valichi di frontiera, la regolamentazione del traffico e la gestione delle aree destinate a «filtrare» l’afflusso di camion.

La maggior parte degli impianti doganali gestiti congiuntamente con i paesi confinanti si trovano però su suolo straniero, per cui saranno necessari ulteriori negoziati. Nell’immediato futuro bisognerà quindi fare i conti con le solite colonne ai valichi di Chiasso e di Basilea.

Ma perlomeno sul piano interno la «realizzazione di un modello di intervento coordinato sull’A2 dovrebbe rendere il traffico più fluido e anche aumentare la sicurezza stradale». Tale modello servirà poi da base per la messa a punto di un «contratto di prestazioni» tra Confederazione e Cantoni e per il rimborso, da parte di Berna, delle spese sostenute sul piano cantonale.

La prossima riunione del gruppo si svolgerà il 20 settembre in Ticino.

swissinfo e agenzie

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