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Trentatré anni di marionette

Un terzo di secolo per il Teatro delle marionette di Michel Poletti, un ricorrenza festeggiata con 15 spettacoli nel Luganese, mentre continuano i problemi legati alla mancanza di una sede stabile.

Era il 1969 quando l’artista losannese Michel Poletti inaugurò a Lugano, con la moglie Michèle, il “Teatro di marionette Antonin Artaud”, dal nome del famoso scrittore e regista francese. I due si erano incontrati qualche anno prima a Parigi: con la loro compagnia portarono e imposero in Ticino una forma teatrale che il Cantone aveva quasi dimenticato. Oggi, a 33 anni esatti di distanza, Poletti ha voluto ricordare il suo terzo di secolo d’attività con una mini-retrospettiva che, per l’occasione, torna proprio nella città del debutto.

In cartellone, dal 6 gennaio al 3 marzo, ci sono quindici spettacoli marionettistici, di cui quattordici nel teatrino dell’Università della Svizzera Italiana a Lugano e uno, “La grande favola delle marionette”, nella più capiente sala “Aragonite” del Comune di Manno. In questa pièce, in programma il 3 febbraio, Poletti presenta una sorta di storia fantastica dell’arte delle marionette dal XVI secolo ad oggi, mentre gli altri spettacoli (“La leggenda di Robin Hood”, “Merlino, il mago di Avalon”, per citare solo qualche titolo) sono ispirati a personaggi di famose leggende popolari, con uno sconfinamento in un “classico”, il “Vecchio della montagna” di Alfred Jarry, in cui riecheggiano curiosamente le vicende attualissime del terrorista Osama Bin Laden. Spesso, accanto ai pupazzi, recitano anche attori in carne ed ossa.

Alla sala “Aragonite” dal 4 al 6 febbraio sarà inoltre possibile ammirare una mostra con le marionette costruite per il Teatro Artaud nella sua lunga esistenza: centinaia di pupazzi con cui Michel e Michèle Poletti (scomparsa nel luglio 1994) si sono esibiti nei teatri di 14 diversi paesi, in oltre 4mila rappresentazioni.

Nonostante questa carriera internazionale, comunque, i problemi non mancano, anche perché l’ambiente ticinese non ha sempre reso facile la vita ai due artisti. Nel 1986, dopo anni di gavetta a Lugano dove venne tra l’altro lanciato, nel ’79, il “Festival internazionale delle marionette”, la compagnia del Teatro Artaud sembrò finalmente trovare una sede stabile nel Teatro San Materno di Ascona, costruito negli anni ’30 dall’architetto Carl Weidemeyer.

Il piccolo teatro, in funzione fino agli anni ’50, era pian piano scivolato in uno stato d’abbandono. Con la compagnia di Michel Poletti tornò in piena attività, ospitando anche l’edizione annuale del “Festival delle marionette”, accolta da un crescente successo di pubblico. Il sodalizio col San Materno si è però interrotto nel dicembre 1998, dopo l’ultima edizione (la ventesima) del Festival, in parte per il minor slancio creativo di Poletti dopo la morte della moglie, ma soprattutto per la mancanza di fondi pubblici con cui procedere ai necessari restauri del teatro.

Adesso la compagnia si ritrova itinerante come alle origini, senza una sede stabile, costretta a volte a inaugurare un nuovo spettacolo addirittura in un garage, come è accaduto lo scorso settembre con “L’ombra di Goldoni”. Si spera che la retrospettiva delle prossime settimane riaccenda l’attenzione pubblica e la induca a rivalutare una forma teatrale che, proprio per la sua rarità, andrebbe preservata con maggiore attenzione.

Alessandra Zumthor

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