Trump contro Amazon, deve pagare di più per spedizioni
(Keystone-ATS) Donald Trump contro Jeff Bezos, l’uomo più ricco al mondo, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, uno dei media più invisi al tycoon.
L’ultimo affondo del presidente americano – come quasi sempre accade – è su Twitter, dove chiede che il colosso dell’e-commerce paghi di più alle Poste Usa per le spedizioni: milioni di pacchi inviati in tutto il mondo ogni anno.
E sì, perché per Trump è una beffa che mentre il servizio postale federale perde diversi miliardi di dollari l’anno le tariffe caricate su Amazon (ma anche su altre realtà del commercio online come e-Bay o Alibaba) siano così basse. In questo modo “Amazon diventa sempre più ricca e le Poste Usa sempre più povere!”, lamenta l’inquilino della Casa Bianca, che già in passato ha attaccato frontalmente il gruppo di Seattle, accusandolo in particolare di non pagare le tasse sul web. Accusa però – fanno notare gli diversi commentatori – mai circostanziata.
“Dovremmo caricare molto di più su Amazon!”, insiste dunque Trump, che con Bezos ha il dente avvelenato, soprattutto per la campagna che sta portando avanti il Washington Post, una delle voci più critiche della sua presidenza. Accusato diverse volte dalla Casa Bianca, come la Cnn o il New York Times, di essere portatore sano di “fake news”.
Bezos al momento tace. Ma il cinguettio di Trump ha un effetto in Borsa, con il titolo di Amazon che scivola quasi dell’1% a Wall Street nell’ultima giornata di contrattazioni dell’anno. Ma c’è da giurare che il duello tra i due miliardari sia destinato a durare a lungo. Del resto da tempo circola una voce: che il guru di Amazon – dopo essersi tolto la soddisfazione di essere stato incoronato il Paperone dei Paperoni, togliendo lo scettro a Bill Gates – possa essere tentato da un coinvolgimento sempre maggiore nella politica, innanzitutto attraverso la sua ricchezza e la sua influenza: questo sia in vista delle elezioni di meta’ mandato del 2018 ma anche in vista della corsa alla Casa Bianca nel 2020.