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Turismo svizzero in crisi: come uscirne?

Turisti indiani in Ticino, una delle regioni più colpite dalla crisi del turismo svizzero Keystone

Il turismo elvetico non si riprende. Dopo un 2002 nero, la guerra in Iraq, la difficile congiuntura mondiale, il franco troppo forte, ora anche l'epidemia di SARS pesa sul 2003.

Per ridare slancio al settore è necessaria una riflessione di fondo sui bisogni della clientela turistica.

“In un mercato mondiale in piena espansione, la nostra industria turistica non è riuscita a proporsi in maniera adeguata”. Lo ha detto martedì il consigliere federale e capo del dipartimento dell’economia Joseph Deiss, intervenendo a Zurigo alla sesta “Giornata delle vacanze”, organizzata da Svizzera Turismo.

Lo scorso anno sono stati registrati, tenuto conto anche del settore paralberghiero, 65,9 milioni di pernottamenti, con una diminuzione del 4% rispetto al 2001.

Svizzera cara

Ciò è dovuto alla situazione economica, al franco troppo forte, ai minori consumi e al conflitto in Iraq, ha detto il direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid, invitando comunque “a guardare in avanti”.

Il presidente di Svizzera Turismo, il senatore ticinese Dick Marty ha aggiunto a questa lista gli alti prezzi. “E’ indiscutibile”, ha detto il presidente di Svizzera Turismo, “che il mercato interno costituisce un problema: i salari sono più alti degli altri Paesi e i generi alimentari, insieme all’energia elettrica, sono molto più cari.

La fetta maggiore di turisti in Svizzera sono stati gli stessi svizzeri: il 55% del totale, ma in calo dell’1,1% rispetto all’anno prima. Al secondo posto si piazzano come sempre i tedeschi con il 18,3%, pure in perdita (-11,6%).
In calo anche i giapponesi (-16,7 %), gli americani (-15,5 %), gli svedesi (-14,9 %), gli israeliani (-13,3%).

La strategia del futuro

Per l’anno in corso le prospettive non sono rosee: gli ospiti dal sud-est asiatico, colpito dalla polmonite atipica, sono crollati dell’80%.

A patire maggiormente della cattiva annata sono stati soprattutto il Ticino (-1,5 %) e i Grigioni (-9 %). Il Ticino ha perso attrattiva a causa dei problemi al San Gottardo, ha rilevato Marty, rimproverando al Consiglio federale miopia e indifferenza.

Con il motto “Viaggio breve. Vacanze lunghe”, Svizzera Turismo si augura che l’estate porti nuova linfa in un settore attualmente boccheggiante. Con la campagna “Enjoy Switzerland”, cominciata in febbraio, la Svizzera cerca di sedurre il turista puntando sull’ospitalità ad ogni livello, con l’auspicio che basti per farlo venire o ritornare.

Una riflessione di fondo

“Certo” ha affermato Joseph Deiss “la Svizzera rimane una meta di riguardo, ma i pernottamenti in un solo decennio sono crollati del 15% e le esportazioni turistiche sono calate di un miliardo di franchi”.

Secondo il ministro questa evoluzione è catastrofica per un Paese come il nostro, in cui molte regioni non hanno altre possibilità di sviluppo.

Per il capo del dipartimento dell’economia (DFE) il passaggio alla moneta europea ha dato più filo da torcere di quanto si pensasse: il mercato tedesco, priomordiale per la Svizzera, è divenuto più sensibile alle fluttuazioni del cambio.

Non vi è altro modo per spiegare l’evoluzione contraria del numero dei pernottamenti in Svizzera e Austria, ha commentato ancora il capo del DFE. “Ma le grandi differenze di prezzo rispetto ai nostri concorrenti pesano ancora più che il tasso di cambio”.

Un turismo che costa troppo

In Svizzera i prezzi del turismo sono troppo elevati. “E’ questa la ragione per cui mi sono impegnato a rafforzare i meccanismi del mercato e della concorrenza, lanciando il mio programma dei dieci pilastri di crescita”, ha proseguito il ministro dell’economia.

Secondo Deiss non vi è altra alternativa se si vogliono ridurre i prezzi. Il settore “deve riflettere alle strategie che intende mettere in atto per attirare e riguadagnare i turisti”.

“Occorre una riflessione di fondo sul processo di innovazione nel turismo, spesso accusato di conservatorismo”. Occorre proprio concentrarsi sui bisogni della clientela affezionata? Oppure, girando l’interrogativo: siamo sicuri che i clienti fedeli che corteggiamo vogliono nuovi prodotti?

Sono domande di natura strategica e la Confederazione ha incaricato Svizzera Turismo di trovare risposte, ha dichiarato il ministro dell’economia.

swissinfo e agenzie

Il turismo svizzero non soffre solo dei problemi comuni agli altri Paesi: una congiuntura sfavorevole, le conseguenze della guerra in Iraq, l’epidemia di SARS.

Il Paese è caro, la concorrenza di nazioni come l’Austria è grande e il franco svizzero è troppo forte.

Inoltre, come ha precisato il ministro dell’economia, Jospeh Deiss, l’industria turistica svizzera non ha saputo adeguarsi a un mercato mondiale in piena espansione.

Con una nuova strategia, improntata sull’ospitalità a tutti i livelli, Svizzera Turismo spera di ridare ossigeno a un settore boccheggiante.

2002: pernottamenti 65,9 milioni (-4%)
55% turisti svizzeri (-1,1%), 18,3% turisti tedeschi (-11,6%)
Turisti americani (-15,5%), turisti del sud-est asiatico (-80%)

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