Prospettive svizzere in 10 lingue

Tutta la letteratura svizzera in “Viceversa”

Francesco Biamonte, coordinatore della rivista swissinfo.ch

Un nuovo luogo d'incontro per gli scrittori germanofoni, francofoni e italofoni: la rivista "Viceversa", che viene pubblicata in tedesco, francese e italiano.

Il progetto, presentato nel quadro delle giornate letterarie di Soletta, mira a far conoscere su tutto il territorio gli autori delle varie regioni linguistiche del Paese.

La letteratura svizzera può d’ora in poi specchiarsi in una rivista a propria immagine e somiglianza: diversa nella sua veste grafica, asimmetrica rispetto ai contenuti, complicata da gestire: “Viceversa littérature/ literatur/ letteratura” verrà pubblicata annualmente in tre edizioni distinte.

La rivista rimpiazza “Feuxcroisés”, che appariva unicamente sul mercato della Svizzera francese.

Ogni edizione presenterà un dossier tradotto in tre lingue e lascerà spazio ad autori che scrivono in una lingua diversa da quella del loro pubblico target.

Ad esempio Maurice Chappaz e Corinne Desarzens sono presentati nella versione tedesca, Lukas Bärfuss e Beat Sterchi in quella francese. Secondo il coordinatore del progetto, Francesco Biamonte, la rivista mostra che il multiculturalismo elvetico non è “una semplice astrazione”.

swissinfo: Come funziona concretamente questa “fabbrica multiculturale”, secondo la definizione del quotidiano ‘Le Temps’?

Francesco Biamonte: Le scelte sono fatte da un comitato di redazione unico, concentrato nella Svizzera francese, ma composto di professionisti della letteratura che provengono dalle tre regioni linguistiche. Dato che vogliamo una varietà di voci, gli articoli sono affidati a collaboratori esterni. Il tutto funziona grazie ad un budget di base e anche alla passione di chi opera, spesso facendo del volontariato, per la rivista.

Per quanto riguarda la traduzione, la faccenda si è rivelata ancora più complicata del previsto. Per la prima edizione abbiamo affidato 33 mandati di redazione e quasi 70 mandati di traduzione.

swissinfo: Perché raccogliere una tale sfida?

F.B.: Speravamo che sull’esempio di ” Feuxcroisés”, che esiste ormai da otto anni, e vedendo l’interesse del progetto e la possibilità di finanziarlo grazie ad una volontà politica che è ancora viva in Svizzera, i ticinesi e gli svizzerotedeschi si lanciassero in un’avventura analoga.

Ma non lo hanno fatto. Al tempo stesso i media della Svizzera tedesca e italiana parlavano bene della nostra rivista, ce la invidiavano. Dunque abbiamo deciso di moltiplicarla per tre.

swissinfo: Nel 2003 Pro Helvetia ha finanziato la traduzione di 45 opere. Nel 2006 erano 27. Questa diminuzione vi preoccupa?

F.B.: È vero che negli ultimi anni il numero di opere tradotte tende a diminuire, ma bisognerebbe analizzare l’andamento sull’arco di molto tempo. E per relativizzare un po’, la situazione in Svizzera è meno grave che nel resto d’Europa.

Il fatto stesso che una rivista complicata e costosa come “Viceversa” sia potuta nascere significa che la volontà politica c’è e che si può ben sperare.

swissinfo: L’accordo sul prezzo unico del libro, in vigore nella Svizzera tedesca è stato dichiarato contrario alle regole della concorrenza. Problemi di politica culturale come questo saranno abbordati da “Viceversa”?

F.B.:”Feuxcroisés” affrontava questo tipo di questioni. Quanto a “Viceversa” dovremo discutere all’interno del comitato di redazione per sapere se ci occuperemo solo di letteratura o no.

Circa la questione del prezzo unico del libro, proviene secondo me da una confusione tra libro e letteratura. Considerare una guida turistica, un manuale per i cercatori di funghi e un romanzo contemporaneo come uno stesso oggetto, vuol dire perdere di vista la specificità culturale dell’opera letteraria.

Penso che una discussione nazionale tra gli autori di letteratura sia necessaria per accordarsi sulle rivendicazioni comuni. Attualmente esiste un sostegno alla creazione e alla traduzione. Ma constatiamo un deficit a livello di promozione.

swissinfo: Siete un po’ invidiosi di quello che succede attualmente nella cinematografia elvetica, in termini di promozione?

F.B.: È una questione delicata. Avremmo voglia di dire che la letteratura ha bisogno di promozione sulla scena culturale, una scena già molto ricca. Allo stesso tempo starei molto attento a non andare troppo nella direzione del “popolare”, come sta succedendo per il cinema.

La nozione “popolare ma di qualità” è sbagliata, in termini di sovvenzioni e di politica. Non si deve permettere che esistano solo opere che piacciono al maggior numero di persone. Bisogna al contrario favorire l’esistenza di lavori che altrimenti non vedrebbero mai la luce. È così che si permette ad opere di grande valore di esistere, perché anche se toccano solo poche persone, sono progetti fondamentali.

swissinfo, Carole Wälti, Soletta
traduzione, Raffaella Rossello

Il progetto «Viceversa littérature/ literatur/ letteratura» pone in controluce anche la questione della traduzione, che in Svizzera gioca un ruolo principale nello scambio culturale fra le varie regioni linguistiche.

Sono diversi gli enti che favoriscono la traduzione: a cominciare dalla fondazione Pro Helvetia, che accorda sovvenzioni e borse di studio.

La Collezione “CH”, emanazione della Fondazione CH per la collaborazione federale, pubblica la traduzione di circa otto titoli l’anno.

L’Istituto privato Looren, nei pressi di Zurigo, dispone di otto camere aperte a chi propone un preciso progetto di traduzione letteraria.

La rivista “Viceversa” ha anche una versione web. Si trova sul sito di Culturactif, che conta più di 2000 pagine dedicate alla creazione letteraria in Svizzera.

Si tratta di un’emanazione del “Service de Presse Suisse (SPS)”, creato nel 1943, in piena Seconda guerra mondiale con lo scopo di favorire la coesione nazionale. Il SPS è sostenuto dall’Ufficio federale della cultura.

L’associazione promuove ancora oggi la creazione letteraria in Svizzera e l’interesse per le varie letterature del Paese.

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