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“Latini” sempre poco presenti nell’amministrazione federale

(Keystone-ATS) I “latini” continuano ad essere sotto rappresentati nell’amministrazione federale, anche se la situazione sta lentamente migliorando: è quanto rivela un’inchiesta del settimanale “Hebdo” in edicola domani.

Il Consiglio federale si è dato per la prossima legislatura un obiettivo del 70% di germanofoni (72,1% nel 2010), 22% di francofoni (21%), 7% di italofoni (6,6%) e 1% di romanci (0,3%).

L'”Hebdo” ha puntato l’attenzione soprattutto sui quadri superiori, con retribuzioni superiori ai 195 mila franchi annui. In totale 651 persone, che secondo l’Ufficio del personale sono tedescofone nella misura del 74,6%. Seguono i francofoni (20,8%), gli italofoni (3,9%) e i romanci (0,6%).

Il settimanale ha anche constatato notevoli disparità a dipendenza dei dipartimenti. Il peggiore, dal punto di vista della rappresentanza delle lingue minoritaria, è il Dipartimento della difesa di Ueli Maurer, con una percentuale di quadri superiori che si ferma al 10,3% per i francofoni e all’1,1% per gli italofoni.

Sul fronte opposto il Dipartimento degli affari esteri di Micheline Calmy-Rey, con quote del 28,9% per i romandi, del 6,1% per gli italofoni e dell’1% per i romanci. Seguono il Dipartimento dell’economia di Johann Schneider-Ammann (23,4% di romandi, 1,4% di italofoni), quello di giustizia e polizia di Simonetta Sommaruga (20,8%, 3,7%) e quello dell’interno di Didier Burkhalter (19,7%, 5%). Anche il Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti e dell’energia di Doris Leuthard fa una magra figura: 14,8% di romandi e 4,4% di italofoni.

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