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“Managed Care”: scende in campo il comitato contro

(Keystone-ATS) “I pazienti non devono rinunciare alla libera scelta del loro medico”. Il comitato che si oppone al progetto di promozione delle reti di cure integrate “Managed Care” sono scesi oggi in campo a Berna, facendo leva su questo slogan. Secondo gli avversari, il progetto è mal concepito e potrebbe ridurre la qualità delle cure.

Il comitato, composto in particolare di medici e personalità di sinistra, è fiducioso sulla riuscita del referendum, in votazione del 17 giugno prossimo, nonostante le divisioni tra i medici e nello schieramento rosso-verde. Il presidente della FMH Jacques de Haller ha espresso soddisfazione per il sostegno al “no” dell’organizzazione mantello degli ospedali H+.

Anche numerosi esponenti dell’UDC sono contrari a questa revisione della legge sull’assicurazione malattia (LAMal), ha ricordato de Haller, annunciando nel contempo la prossima istituzione di un comitato borghese contro il progetto. A sinistra, la consigliera nazionale Jacqueline Fehr (PS/ZH) ha tracciato un parallelo con la bocciatura del mercato dell’elettricità, tema per il quale la maggioranza popolare aveva dato ragione alla maggioranza del PS.

A essere criticato è il progetto sfornato dal parlamento, che non rappresenta un “compromesso accettabile”, secondo de Haller. “Un lavoro alla carlona”, ha rincarato la socialista zurighese. L’oftalmologo Michel Matter ha dichiarato che “i medici non potranno accettare una legge che imporrà budget annui a tutte le reti e, di conseguenza, un inevitabile razionamento, nocivo delle cure”.

Secondo de Haller, saranno finiti i tempi della libera scelta del medico, del personale curante, dell’ospedale e delle cure medicalizzate. Si dovrà por mano al borsellino, dato che la partecipazione ai costi aumenterà per gli assicurati non affiliati a una rete. Una coppia dovrà sborsare 1000 franchi all’anno in più. I primi a farne le spese – secondo il Comitato – saranno gli ammalati cronici e gravi, dato che le casse continueranno a voler attirare i buoni rischi, ha esclamato Jacqueline Fehr. Anche le regioni periferiche ne faranno le spese, ha sottolineato.

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