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“No” a divieto esplicito di prendere a schiaffi, commissione

(Keystone-ATS) Nel diritto svizzero non deve essere contenuto un divieto esplicito di prendere a schiaffi. La commissione degli affari giuridici del Nazionale propone al suo plenum di non dar seguito a una petizione in questo senso promossa da un gruppo di scolari bernesi.

Secondo la maggioranza della commissione, questo atto è già considerato incompatibile con il benessere del bambino e può essere perseguito penalmente, anche se non c’è una formulazione esplicita nella legge, si legge in una nota dei servizi del Parlamento.

Lo schiaffo può essere perseguito in caso di denuncia, o d’ufficio se l’autore ha agito in modo ripetuto contro un bimbo di cui aveva la custodia o del quale doveva occuparsi.

La commissione si è comunque rallegrata dell’interesse che i giovani autori della petizione manifestano per l’attività parlamentare. Il Consiglio degli Stati aveva già respinto la petizione. Resta pendente una mozione della consigliera nazionale Chantal Galladé (PS/ZH), che chiede il divieto esplicito delle pene corporali.

Il comitato dell’Onu sui diritti dell’infanzia ha deplorato, nel gennaio del 2015, l’assenza di una disposizione penale svizzera che vieti le pene corporali.

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