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“PS Migranti”: “nuovi svizzeri”, votate no a iniziativa attuazione

(Keystone-ATS) L’iniziativa d’attuazione per l’espulsione degli stranieri criminali istituisce una giustizia a due velocità, si beffa dello stato di diritto e della protezione delle minoranze e, non da ultimo, minaccia il diritto di soggiorno di due milioni di persone in Svizzera.

Contro il testo in votazione il prossimo 28 febbraio scende oggi in campo anche “PS Migranti” – sezione del Partito Socialista Svizzero che si occupa della uguaglianza di tutti i migranti. Scopo principale dell’azione: mobilitare i “nuovi cittadini elvetici” affinché respingano alle urne la proposta dell’UDC.

PS Migranti si unisce a numerosi partiti, associazioni e organizzazioni facenti capo a diverse comunità presenti in Svizzera. In una conferenza stampa oggi a Berna gli oratori hanno posto l’accento sui pericoli di quest’iniziativa “inumana” che per lo più coinvolge anche i cosiddetti “secondos”, stranieri di seconda generazione nati in Svizzera.

La norma costituzionale in votazione – hanno ribadito – “si prende gioco dei diritti fondamentali ancorati nella nostra Costituzione, della Convenzione europea dei diritti umani e dell’Accordo di libera circolazione delle persone”. La sua accettazione provocherebbe “una grave frattura nel sistema e avrebbe conseguenze imprevedibili per l’ordinamento giuridico, la sicurezza e il nostro sistema politico”.

Parlando in tedesco e in turco, il presidente di PS Migranti e granconsigliere basilese Mustafa Atici ha sottolineato che la discriminazione colpisce tutte le persone, ma soprattutto i giovani: “accettando l’iniziativa si cambierà fondamentalmente la vita di giovani nati e cresciuti in Svizzera, che sono coinvolti a livello economico, sociale e culturale, ma che non hanno ancora chiesto o ottenuto la nazionalità”.

Per la consigliera nazionale vodese Rebecca Ruiz, spagnola di nascita, il testo crea una giustizia a due velocità: “per reati minori gli stranieri saranno puniti in maniera eccessivamente dura. Ciò è particolarmente brutale per i 400’000 “secondos” nati e cresciuti in Svizzera. In caso di reati bagatella rischiano di essere rinviati verso un paese a loro praticamente sconosciuto”.

“L’iniziativa dell’UDC non prende di mira solo gli autori di reati gravi, che già oggi sono costretti a lasciare il paese, ma può colpire chiunque non sia in possesso di un passaporto elvetico”, ha ricordato Ihsan Kurt, vicepresidente di PS Migranti di origine curda. Vi è una totale mancanza di “proporzioni”.

Il consigliere nazionale zurighese con radici italiane Martin Naef, membro della commissione di politica estera del Consiglio nazionale, ha posto l’accento sull’influsso che un’accettazione dell’iniziativa potrebbe avere sui già difficili rapporti tra Svizzera e UE: “i rimpatri automatici sono contrari ai trattati internazionali, in particolare a quello sulla libera circolazione delle persone”. Di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo il rimpatrio per reati minori di padri di famiglia “non avrebbe alcuna credibilità”: ciò “nuocerebbe gravemente alla reputazione di partner fidato di cui gode attualmente la Svizzera”.

Il messaggio di PS Migranti è rivolto soprattutto agli svizzeri naturalizzati con diritto di voto, 880mila secondo il partito, oltre 700mila secondo l’Ufficio federale di statistica. “Se tutti questi nuovi cittadini elvetici partecipano alle votazioni possono creare delle maggioranze”, rileva PS Migranti. “Un no all’inumana iniziativa “per l’attuazione” è quindi possibile se tutte queste persone andranno a votare!”.

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