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28enne violenta 16enne e abusa di ragazze, pena condizionale

Immagine simbolica d'archivio. KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) Un 28enne è stato condannato nel canton San Gallo a 24 mesi con la condizionale per aver violentato una 16enne e aver abusato di varie altre ragazze, fra le quali altre minorenni.

All’uomo è stata inoltre inflitta una pena pecuniaria di 350 aliquote da 100 franchi, pure sospese. Dovrà poi versare alla vittima dello stupro un’indennità di 15’000 franchi.

Il giovane di nazionalità turca e residente nel canton Argovia sfruttava l’ingenuità della adolescenti conosciute su internet, ha affermato oggi il presidente del tribunale distrettuale di See-Gaster durante la lettura della sentenza. L’uomo conquistava la loro fiducia nelle chat e poi si recava nella zona di Zurigo per soddisfare la sua bramosia sessuale.

Stando all’atto d’accusa fra l’autunno del 2013 e l’inverno 2014 l’imputato ha abusato di 10 ragazze, in parte minorenni, la più giovane delle quali aveva 13 anni. Il ragazzo faceva dei filmini dei suoi incontri, che scambiava poi con conoscenti, e induceva le sue vittime a effettuare autoscatti di carattere erotico, per poi minacciarle di pubblicare il materiale su internet o di mostrarlo ai genitori.

La procura ha chiesto quattro anni di reclusione per violenza carnale, ripetuta coazione sessuale, ripetuti atti sessuali con fanciulli, ripetuta pornografia e altri reati.

L’accusato non ha negato i contatti sessuali con le ragazze, ma ha contestato di aver fatto ricorso alla violenza: a suo avviso le vittime erano consenzienti. Il suo avvocato si è battuto per una pena detentiva sospesa di massimo 15 mesi.

La corte ha però creduto alle ragazze, che secondo i giudici non avevano alcun motivo di accusare ingiustamente l’uomo. Le loro dichiarazioni sono inoltre state giudicate coerenti. L’imputato ha invece spesso detto di non ricordarsi dei fatti.

Il presidente ha anche approfittato della sentenza per lanciare un monito a giovani e genitori: è inquietante vedere come molti genitori affrontino in modo spensierato l’attività online dei loro figli, ha detto. “Il tribunale è rimasto scioccato da come alcuni hanno reagito all’inchiesta penale”.

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