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A casa madre e figlia trattenute da jihadista svizzero in Siria

(Keystone-ATS) La donna di nazionalità tedesca, trattenuta per mesi in Siria dal marito – un presunto jhadista turco-svizzero – contro la sua volontà, e sua figlia neonata sono giunte oggi in Germania dalla Turchia.

Le due erano state inaspettatamente liberate sabato dall’uomo, che viveva ad Arbon (TG), vicino alla città di Reyhanli nella zona di frontiera tra Siria e Turchia.

Il ministero pubblico di Stoccarda sta valutando se e come perseguire l’uomo, indicano la Radio e televisione svizzerotedesca (SRF) e la “Stuttgarter Nachrichten”. La donna era partita lo scorso ottobre con l’intenzione di trascorrere delle vacanze in Turchia dove aveva tentato invano di dissuadere il marito a unirsi ai gruppi jihadisti in Siria.

L’uomo avrebbe aderito al Fronte al-Nusra, affiliato ad Al-Qaida. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto in novembre un’inchiesta penale nei suoi confronti per appartenenza a un gruppo terrorista.

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