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Accordi fiscali: ASNI prepara ricorsi dopo fallimento referendum

(Keystone-ATS) L’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) intende inoltrare ricorso al Tribunale federale (TF) contro la decisione della Cancelleria federale di dichiarare falliti i referendum contro gli accordi fiscali con la Germania, la Gran Bretagna e l’Austria, a causa dei Comuni che hanno trasmesso le firme in ritardo.

Queste 3’100 firme circa – di cui 1’500 ginevrine – sono state decisive per l’insuccesso del referendum contro l’accordo con la Germania, afferma l’ASNI. Giunte alla Cancelleria federale a Berna soltanto venerdì 28 settembre, ossia all’indomani della scadenza del termine per la consegna, le firme non sono state convalidate.

Una volta pubblicata la decisione sul Foglio federale, l’ASNI avrà trenta giorni di tempo per interporre ricorso. “Dapprima invieremo commenti negativi entro sette giorni, poi pensiamo di fare ricorso contro i Comuni interessati”, ha spiegato all’ats il direttore dell’ASNI Werner Gartenmann.

La cancelleria ginevrina ha indicato dal canto suo che i servizi responsabili delle elezioni e delle votazioni hanno controllato le firme per conto di 29 comuni su 45, pari all’88% dell’elettorato. I servizi hanno ricevuto dal comitato referendario lunedì 24 settembre oltre un migliaio di firme per ogni referendum.

Un pacco contenente 1’453 firme convalidate per il referedum contro l’accordo con la Germania è stato consegnato ai servizi postali entro i termini assegnati dal comitato referendario, ossia il 26 settembre, come “PostPac Priority Signature”, come per tutti gli invii di questo tipo. La cancelleria si rifiuta di commentare il ricorso e le dichiarazioni dell’ASNI.

“Dobbiamo essere certi che del ritardo non sia responsabile la Posta”, ha precisato Gartenmann. “Faremo ricorso solo contro i Comuni che non potranno provare la loro innocenza. I nostri esperti giuristi discutono delle opzioni migliori per attaccare i ritardatari”, ha aggiunto.

Il direttore dell’Associazione dei comuni svizzeri (ACS) Ulrich König ha dichiarato alla RTS di non avere abbastanza elementi per affermare che i Comuni trattano certe firme più rapidamente di altre in funzione dei referendisti. “Se otteniamo maggiori precisazioni, vedremo con la Cancelleria come evitare simili problemi.”

Attualmente l’ASNI sta stilando una lista dei “colpevoli” e studiando i mezzi a disposizione per eventualmente rivalersi sulla Posta. Secondo Gartenmann, la Cancelleria federale dovrebbe essere più tollerante di fronte a ritardi dovuti a problemi esterni al comitato referendario, “nel nome del rispetto del voto dei cittadini e della democrazia diretta”.

In definitiva l’ASNI vuole elaborare una strategia per far modificare la Legge federale sui diritti politici. L’organizzazione auspica una maggiore flessibilità in caso di ritardi dovuti a inconvenienti tecnici e che vengano fissati termini precisi.

L’articolo 62 di questa legge prevede che dopo la convalida da parte delle autorità comunali e cantonali le liste delle firme di un referendum siano rispedite “senza indugio” ai promotori del referendum. “Bisogna chiarire questa formulazione”, ha sostenuto Gartenmann.

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