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Accordo fiscale: promesse Maurer a Ticino non bastano (Abate)

(Keystone-ATS) I 20 milioni di franchi quale “compensazione” promessi dal Consigliere federale Ueli Maurer al Ticino per i mancati introiti derivanti dal nuovo sistema d’imposizione dei frontalieri non bastano, ha dichiarato all’ats il Consigliere agli Stati Fabio Abate (PLR/TI).

Secondo lui la vera posta in gioco è l’accesso ai mercati finanziari per i nostri operatori. Ventilare una modifica della perequazione finanziaria, così come chiede un postulato del Consiglio nazionale accolto l’anno scorso, non può essere utilizzata come scusa per “compensare” il Ticino.

Tale atto parlamentare, approvato dal Nazionale con 151 voti a 34, chiede di valutare l’abbassamento dal 75% al 50% della ponderazione dei redditi dei frontalieri nel potenziale di risorse utilizzato per calcolare la perequazione finanziaria. È comunque difficile dire se il Canton Ticino riceverà già nel 2016 tale compensazione, ha dichiarato all’ats la Consigliera nazionale Marina Carobbio Guscetti (PS).

Il Consigliere federale Ueli Maurer, ha ricordato Carobbio Guscetti, ha dichiarato durante un recente incontro con la Deputazione ticinese alle Camere federali di “voler valutare come dare seguito a una richiesta in tal senso”.

“È difficile indicare una data precisa – ha ammesso la deputata socialista – giacché una proposta simile dovrà ancora ottenere il via libera del Consiglio federale”. Insomma, “c’è un margine di manovra, ma tutto dipenderà dalla volontà dell’Esecutivo”.

Frontalieri, un beneficio ma anche un costo

La proposta di una modifica della perequazione, ha voluto precisare Carobbio Guscetti, nasce da una sua iniziativa – sostenuta anche dal suo partito – in seno alla commissione delle finanze dopo aver valutato le risposte alla consultazione riguardante il rapporto sull’efficacia della perequazione finanziaria tra Confederazione e cantoni 2012-2015.

In questa occasione, ha spiegato, è emerso da parte di diversi cantoni – Basilea Città, Basilea Campagna, Neuchâtel, Giura e Ticino, n.d.r – il desiderio di ridurre la ponderazione al 50% allo scopo di tenere in maggior considerazione anche i costi causati dai lavoratori frontalieri. Tra gli aggravi, Carobbio Guscetti cita anche il dumping sociale e salariale.

In un primo tempo, avremmo voluto mediante una mozione fare in modo che tale modifica venisse accolta per il periodo contributivo 2016-2019, ha spiegato Carobbio Guscetti, “ma non c’era una maggioranza per andare in questa direzione”. Da qui l’idea del postulato che ha trovato una maggioranza confortevole.

Modifica perequazione più giusta

L’idea di modificare la perequazione, secondo Carobbio Guscetti, è indipendente dai problemi con l’Italia riguardo il regime di tassazione del frontalieri. Il calcolo su cui ci si basa attualmente non è infatti più attuale.

A causa della sua collocazione, il Ticino deve sopportare aggravi maggiori rispetto ad altri cantoni, ad esempio per quanto riguarda il settore sanitario o della formazione. Per noi è più difficile “fare rete” con altri cantoni in questi ambiti, e quindi contenere i costi.

Anche per il “senatore” Fabio Abate, il postulato in questione, e i problemi che solleva, sono indipendenti dalle trattative fiscali con l’Italia. Si tratta, insomma, di un dato acquisito che non si può, a suo avviso, usare quale “compensazione” per il Ticino. La vera posta in gioco, a suo parere, “è l’accesso ai mercati finanziari per il nostro sistema bancario in sofferenza”.

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