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Accordo fiscale a buon punto, Mario Tuor

(Keystone-ATS) Siamo fiduciosi che si giungerà alla firma di un accordo fiscale complessivo tra la Svizzera e l’Italia entro la fine di febbraio: i negoziati sono a buon punto. Lo ha dichiarato stamane all’ats Mario Tuor, portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), precisando tuttavia che l’intesa non è ancora stata parafata.

Ieri, il presidente della Commissione di politica estera del Consiglio nazionale Carlo Sommaruga (PS/GE) – in visita nella città eterna – aveva indicato sul suo conto twitter che tra Roma e Berna era stata raggiunta un’intesa riguardante la revisione dell’accordo di doppia imposizione e le modalità per lo scambio automatico di informazioni, ma nulla sul passato. All’ats, Sommaruga ha dichiarato che l’intesa sarebbe stata parafata.

Si tratterebbe insomma del primo passo verso la firma da parte del Consiglio federale e la seguente ratifica del parlamento. Mario Tuor non ha confermato quanto indicato da Sommaruga, specificando soltanto che l’accordo è a buon punto e che si dovrebbe poter arrivare a una firma entro inizio marzo che ponga fine alla lunga vertenza fiscale tra i due Paesi.

Tuor ha sottolineato l’importanza di un accordo globale che includa in particolar modo anche la tassazione dei frontalieri, la cui revisione è fortemente caldeggiata dal Canton Ticino, e la questione delle liste nere.

Sia l’Italia che la Svizzera hanno interesse ad accelerare i tempi, specie dopo l’adozione da parte di Roma della legge per l’emersione dei capitali nascosti secondo le regole dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). I cittadini italiani con capitali all’estero in nero hanno 60 giorni di tempo – ossia fino all’ultimo giorno di febbraio – per annunciarsi al fine di godere di sanzioni e penalità ridotte. Diversamente dagli scudi fiscali precedenti, non sarà possibile l’anonimato.

A tale riguardo, l’intesa tra la Svizzera e l’Italia prevede l’adeguamento dell’accordo di doppia imposizione tra i due Paesi agli standard OCSE in merito allo scambio su richiesta di informazioni fiscali; ciò dovrebbe consentire agli Italiani con conti in nero nelle banche elvetiche un percorso ordinato e legale di emersione.

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