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Acqua frizzante all’alcol, nuova moda Usa che fa paura in Svizzera

Presto in vendita anche in Svizzera? sda-ats

(Keystone-ATS) Acqua minerale all’alcol: una nuova bevanda che sta spopolando negli Stati Uniti potrebbe diventare il prodotto trend dell’estate anche in Svizzera, riferisce il portale Watson. E chi fa prevenzione è già in allarme, ricordando quanto successo con gli Alcopop.

I prodotti in questione si chiamano “hard seltzer” e in America vengono venduti in lattine di alluminio: si tratta di acqua frizzante, arricchita con alcol e con un po’ di aroma all’ananas, al mango o al frutto della passione.

White Claw, uno dei marchi di punta sul mercato statunitense, ha visto l’anno scorso esplodere le vendite, tanto che l’offerta non è riuscita a tenere il passo con la domanda. L’azienda produttrice fa sapere di essere interessata a un’esportazione dei suoi articoli in Europa, ma di non avere ancora pianificato nulla.

C’è chi però già si inquieta: è il caso di Dipendenze Svizzera, secondo cui non durerà molto prima di vedere la novità anche nella Confederazione. “Lo si è visto già con la sigaretta elettronica, i meccanismi con gli “hard seltzer” sono analoghi: la Svizzera è un mercato molto apprezzato per questi prodotti”, ha spiegato a Watson il portavoce dell’organizzazione Markus Meury.

A suo avviso è soprattutto pericoloso il marketing che promuove questi articoli. Le bevande vengono presentate come “drink wellness”, più sane e meno caloriche di altre. “Molti giovani arrivano così a credere che l’alcol nella forma di hard seltzer sia meno insano”. Secondo Meury si tratta però di una convinzione errata: l’acqua frizzante in questione contiene la stessa quantità di alcol della birra.

Secondo Dipendenze Svizzera il mondo politico deve reagire per evitare una situazione come quella venutasi a creare all’inizio degli anni 2000 con gli Alcopop, le bevande zuccherate a basso tenore alcolico che venivano in particolare consumate da minorenni. Nel 2004 era stata introdotta una tassa speciale per scoraggiarne il consumo. Secondo Meury un balzello di questo tipo potrebbe essere un buona risposta anche al nuovo fenomeno: “i giovani sono molto sensibili al prezzo”.

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