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Addio a Bud Spencer folla, cori, emozione per il gigante

Si è tenuto oggi a Roma il funerale di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer (foto simbolica). KEYSTONE/AP MTI/JANOS MARJAI sda-ats

(Keystone-ATS) Un lungo applauso, e un coro sempre più forte “Bul-do-zer, -Bul-do-zer”.

È il saluto che una grande folla di tre generazioni ha tributato a Roma in piazza del Popolo al passaggio del feretro di Carlo Pedersoli, davanti alla Chiesa degli Artisti, dove oggi si sono celebrati i funerali dell’attore Bud Spencer.

A rendergli omaggio è arrivato anche Terence Hill, che all’entrata ha preferito passare da una scalinata laterale per evitare le decine di giornalisti e telecamere e all’uscita ha ricevuto un’ovazione delle persone assiepate lungo le transenne.

Per l’ultimo saluto a Bud (inumato al cimitero del Verano) l’orchestra di Gerardo Di Lella, all’ingresso della Chiesa, ha intonato più volte ‘Dune Buggy’ (da ‘Altrimenti ci arrabbiamo’), uno dei brani simbolo dei suoi film.

Il ricordo dell’amico, Mario Girotti in arte Terence Hill, lo ha fatto alla fine della cerimonia, in un intervento commosso ma sereno: “Con Bud c’era la gioia e so già che quando ci rincontreremo le prime parole che mi dirà saranno “noi non abbiamo mai litigato!” ha detto, dopo aver raccontato un aneddoto sul loro primo incontro in Spagna sul set di ‘Dio perdona, io no’ di Giuseppe Colizzi nel 1967.

“Mio padre si definiva un dilettante di alto livello, ma per me era un campione” ha detto Giuseppe Pedersoli, figlio dell’attore che ha aperto i brevi interventi di omaggio. Poi rivolgendosi a Terence Hill, seduto in prima fila insieme alla vedova di Bud Spencer, Maria, ha aggiunto: “Trinità e Bambino erano due fratelli. Con i loro film Terence e Bud ci hanno tenuto a non tradire mai i valori in cui credevano”. Brevi ed emozionanti sono stati anche gli interventi delle due figlie dell’attore, vestite di bianco.

Bud Spencer “era un uomo forte, un gigante buono, con un cuore grande e generoso – ha detto nell’omelia Don Walter Insero -. Il figlio Giuseppe mi ha detto che Carlo si arrabbiava solo quando vedeva l’ingiustizia, la violenza, il sopruso, per i più deboli, i piccoli, le donne… non poteva sopportarlo”.

Franco Nero che durante la messa, ha anche letto la preghiera degli artisti, lo ha infine ricordato come “un uomo di grande umiltà e solare”.

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