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Addio a Derek Mahon, gigante irlandese della poesia

Derek Mahon, grande della poesia irlandese e in lingua inglese, è morto a 78 anni presso Cork (foto) a sud di Dublino, dopo una breve malattia. KEYSTONE/AP/JOHN COGILL sda-ats

(Keystone-ATS) L’Irlanda tutta, da nord a sud, e il mondo della letteratura oltre qualunque confine piangono oggi Derek Mahon, gigante della poesia irlandese e in lingua inglese a cavallo fra la seconda metà del XX secolo e i primi decenni nel XXI.

Nato a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e trapiantatosi poi nella Repubblica dopo un periodo vissuto a Londra, Mahon è morto a 78 anni presso Cork, a sud di Dublino, dopo una breve malattia, come annunciato dal suo editore, Gallery Press, che in poche righe gli rende omaggio come a un “artista puro” e a un “maestro di poesia”.

Un vero caposcuola, paragonato a letterati conterranei della statura di WH Auden, Louis MacNeice o Samuel Beckett, la cui eredità va ben oltre il pur celebre poema Everything Is Going to be All Right (Andrà Tutto Bene), riscoperto nella dimensione persino semplicistica dello slogan d’incoraggiamento durante i mesi più duri del lockdown e della pandemia da coronavirus, sebbene legato a versi improntati tutt’altro che a un facile ottimismo esistenziale come “There will be dying, there will be dying, / but there is no need to go into that”.

Voce lirica capace di attraversare mezzo secolo ai più alti livelli, e di fare della poesia uno strumento in grado di elevarsi sopra i sanguinosi conflitti e le profonde lacerazioni comunitario-confessionali della sua terra nella stagione dei Troubles, ha avuto durante nel corso della vita riconoscimenti pressoché unanimi dalla critica e da tanti colleghi. Definito da Brendan Kennelly “il Keats di Belfast”, ha continuato a scrivere sino agli ultimi giorni: la sua raccolta finale, Washing Up, è attesa dalla pubblicazione entro fine ottobre.

Fra i tanti tributi e i messaggi di addio, il Guardian riporta quello del fratello poeta e concittadino Michael Longley: “Derek – ha sottolineato Longley – era il mio più vecchio amico e compagno di poesia. Siamo andati nella stessa scuola di Belfast e abbiamo compiuto l’apprendistato lirico insieme al Trinity College di Dublino, e già allora sapevo che sarebbe stato uno dei più grandi poeti del secolo. Credo che la sua poesia resterà viva fino a quando vivrà la lingua inglese”.

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