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Afghanistan: video shock; in Usa torna spettro Abu Ghraib

(Keystone-ATS) L’America è scioccata, indignata per il video dei marine che urinano sul corpo di alcuni cadaveri in Afghanistan, forse talebani uccisi in seguito a uno scontro a fuoco. E lo spettro di Abu Ghraib – il carcere degli orrori di Baghdad dove alcuni militari americani furono autori di sevizie e torture – torna a inquietare i vertici dell’amministrazione statunitense.

Stavolta però la reazione è stata immediata, trasparente. Nessuno ha negato, tentato di insabbiare. Nessuno ha fatto resistenza. Appena il video amatoriale è stato scoperto lo stesso Corpo dei Marine ha aperto un’inchiesta interna per verificare quanto successo e arrivare agli scellerati protagonisti del video-choc.

Dura la reazione anche del numero uno del Pentagono, Leon Panetta, che ha condannato con forza l’episodio definendolo “assolutamente deplorevole”, e invitando i vertici dei Marine e il comandante delle forze internazionali in Afghanistan, il generale americano John Allen, ad andare fino in fondo alla vicenda, aprendo un’inchiesta “immediata e approfondita”.

“Questo tipo di comportamenti è totalmente inappropriato da parte di membri dell’esercito degli Stati Uniti”, ha tuonato Panetta, “e non riflette nessuno di quei criteri e valori che le nostre forze armate chiedono di rispettare”.

Panetta ha discusso dell’accaduto telefonicamente con il presidente afghano Hamid Karzai, che a sua volta ha parlato di “atto inumano ed esecrabile”. La parola d’ordine dal Dipartimento americano alla Difesa è una sola: chiarire tutto in fretta. E i militari coinvolti sarebbero già stati tutti individuati.

Sono quattro e i loro nomi non sono stati ancora divulgati – spiega un portavoce del Corpo dei Marine – solo perchè le indagini sono ancora in corso. La tempestività con cui i vertici militari statunitensi stanno facendo chiarezza sulla vicenda riflette anche la preoccupazione che l’episodio possa in qualche modo minare la già difficile strada verso i colloqui con i talebani. Colloqui che dovrebbero partire nelle prossime settimane con l’obiettivo di porre fine al conflitto in Afghanistan.

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