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Aiuto allo sviluppo: più soldi per il clima

(Keystone-ATS) La Svizzera dovrebbe investire più soldi in progetti che affrontano i cambiamenti climatici in atto.

Al termine della consultazione sulla strategia 2021-2024, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) intende portare a 400 milioni il pacchetto destinato a questo scopo.

La lotta contro la povertà e per i diritti umani restano il cardine dell’aiuto allo sviluppo elvetico, ha sottolineato stamane in conferenza stampa a Berna Manuel Sager, direttore della DSC. Ci sono poi gli interessi elvetici a lungo termine da prendere in considerazione, come la stabilità a livello mondiale, di cui anche la Svizzera trae beneficio. In ultimo luogo viene posto l’accento sui progetti nei quali la Svizzera può fornire un valore aggiunto grazie alle sue competenze, evitando quindi di intervenire dove altri già lo fanno maglio di noi.

Tornando sulle critiche mosse da più parti circa un ritiro della Confederazione dall’America Latina, Sager ha precisato: “non abbandoniamo questa regione”, la DSC continuerà a sostenere ong attive sul posto, ma “siamo dell’opinione che ci siano aree con bisogni ancora maggiori”, come l’Africa settentrionale e subsahariana e il Medio Oriente. Sia la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) che la Divisione Sicurezza umana del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) resteranno comunque attive in America Latina.

Come accennato, dalla consultazione è emersa la necessità di fare di più per lottare contro i cambiamenti climatici, che hanno conseguenze sulla stabilità di molte aree geografiche. L’attuale pacchetto destinato a tale scopo potrebbe pertanto essere portato dagli attuali 350 milioni a 400. Alla fine sarà il Parlamento a decidere, ha ricordato Sager. Il budget complessivo previsto per la cooperazione è di 11,37 miliardi di franchi, contro 11,11 per il periodo precedente.

Davanti alla stampa è intervenuto anche Raymond Furrer, della Seco, sottolineando l’importanza degli interventi di aiuto alle economie dei Paesi prioritari, tramite soprattutto il sostegno all’iniziativa privata. L’obiettivo è garantire una crescita sostenibile, favorire il riconoscimento delle competenze e dei prodotti locali, creando in tal modo posti di lavoro.

Heidi Grau, della Divisione Sicurezza umana del DFAE, ha infine posto l’accento su aspetti quale la pace e la governance e ha ricordato gli impegni in questo senso in Siria e Ucraina.

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