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Aleppo: ribelli, 100 morti in esplosione vicino a bus

L'attento di Aleppo KEYSTONE/EPA THIQA NEWS/TIQAH NEWS AGENCY / HANDOUT sda-ats

(Keystone-ATS) Un’ecatombe. I soccorritori dell’opposizione siriana intervenuti ad Aleppo dopo l’esplosione dell’autobomba tra i pullman dei civili evacuati da località del nord della Siria, hanno reso noto stasera che le persone uccise sono almeno cento.

Secondo le ricostruzioni concordanti dei media locali, l’esplosione è stata causata da un pick-up bomba guidato da un attentatore suicida che si è scagliato contro un assembramento di civili evacuati da località assediate nella regione di Idlib e di Damasco. Il pick-up bomba doveva essere sul posto per distribuire cibo e bevande alle centinaia di persone che sostavano a Rashidin da questa mattina.

Per soccorrere i numerosi feriti sono state usate anche ambulanze messe a disposizione per completare l’evacuazione dalle varie città assediate, tra cui mezzi di soccorso affidati all’ala siriana di al Qaida, che è parte integrante dell’accordo raggiunto con gli Hezbollah e con la mediazione di Iran e Qatar.

Le immagini video diffuse dai media dal luogo dell’attentato mostrano diversi corpi senza vita a terra, numerose auto in fiamme, scene di disperazione e urla dei feriti e dei soccorritori.

A Rashidin erano arrivati in circa due mila persone nelle ultime ore da Fuaa e Kafraya, località assediate a Idlib. Altre due migliaia circa erano arrivate ieri sera provenienti da Madaya e Zabadani, altre due località assediate nella regione di Damasco, centinaia di chilometri più a sud. L’accordo di evacuazione era stato raggiunto “per ragioni umanitarie” dopo anni di assedio militare.

I bus erano in attesa di entrare ad Aleppo nel quadro dell’accordo che prevede l’evacuazione di Kefraya e al-Foua, nel Rif di Idlib, in cambio di quella delle città di Zabadani e Madaya, nel Rif di Damasco, assediate dai miliziani di Hezbollah. Gli abitanti dei villaggi sciiti dovrebbero raggiungere Aleppo, mentre quelli di Zabadani e Madaya sono diretti nella provincia di Idlib, roccaforte dei ribelli.

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