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Ambiente: continua estinzione di massa, 700 nuove specie a rischio

(Keystone-ATS) La continua perdita di animali e piante, che ha fatto usare più volte da parte degli esperti la definizione di “estinzione di massa” per questo periodo storico, non accenna a fermarsi. Lo rileva il nuovo aggiornamento della lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, che suona sempre più come un bollettino di guerra, con 700 nuove specie aggiunte tra quelle in pericolo e tre considerate ormai estinte.

Il censimento periodico dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature, con quartier generale a Gland, nel canton Vaud) è ormai arrivato a valutare lo stato di salute di oltre 70’000 specie sugli 1,82 milioni conosciuti, e quasi un terzo risulta nei vari livelli di rischio. Con le 700 aggiunte in questa edizione della ‘Red List’ sono infatti 21’000 le specie la cui condizione desta preoccupazione.

“Il quadro generale è allarmante – spiega Jane Smart dello Iucn – servono azioni urgenti se vogliamo fermare l’estinzione di massa che minaccia tutti gli organismi del pianeta”.

Per l’occasione l’Iucn ha anche fatto, con risultati poco confortanti, la prima rivalutazione dello stato di salute delle conifere, gli alberi più antichi e di grandi dimensioni che popolano il pianeta oltre che quelli che assorbono più CO2. Il 34% delle specie di questi alberi, dai pini ai cipressi, è a rischio per lo sfruttamento selvaggio o a causa di parassiti resi più aggressivi dai cambiamenti climatici.

In questo ambito l’organizzazione registra anche qualche nota positiva, come il lento miglioramento del cipresso di Lawson, che cresce negli Usa e che era molto vicino all’estinzione. “Gli sforzi per la conservazione funzionano – spiega Aljos Farjon, esperto Iucn per le conifere – tuttavia quello che si è fatto non basta. Sospettiamo che ci siano molte specie che devono ancora essere scoperte e descritte, ma non le troveremo mai perché spariranno per effetto della deforestazione”.

Secondo gli esperti, oltre alle conifere sono in grave pericolo anche gamberi d’acqua dolce, di cui il 28% delle specie è a rischio, molluschi monovalve e una rara focena che vive nel fiume cinese Yangtze, uno dei pochi cetacei d’acqua dolce rimasti, la cui popolazione scende del 5% l’anno.

Sono invece stati dichiarati estinti il cyprinodon arcuatus, un pesce tropicale, una lucertola gigante di Capo Verde e il Macrobrachium leptodactylus, un gamberetto di fiume indonesiano.

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