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Amnistia fiscale: successo finora limitato

(Keystone-ATS) BERNA – Nonostante un certo interesse di fondo sono finora pochi i contribuenti svizzeri che hanno sfruttato l’amnistia fiscale parziale in vigore dal primo gennaio. Stando a un’inchiesta realizzata dall’ATS in alcuni cantoni-campione nei primi tre mesi il numero di autodenunce è ancora limitato e le somme in gioco sono modeste. Anche in Ticino prevale un atteggiamento attendista.
La “mini-amnistia” approvata dal parlamento federale nella primavera 2008 prevede che chi ha aggirato il fisco e si autodenuncia non sia perseguito e non paghi multe: deve per contro rimborsare le imposte non pagate e i relativi interessi per un periodo antecedente massimo di dieci anni. La normativa è applicabile sia per l’imposta federale diretta, sia per quelle cantonali e comunali su reddito e sostanza. Le nuove regole vanno anche a beneficio degli eredi: se informano l’autorità tributaria riguardo alla sottrazione d’imposta commessa dal defunto devono pagare arretrati per soli tre anni, invece che per dieci come secondo la legge attuale.
L’amnistia è comunque di portata molto più limitata rispetto alla sanatoria generale da tempo chiesta da più parti, in particolare in Ticino, confrontato con gli effetti negativi dello scudo fiscale italiano. E, come molti prevedevano, non ha portato a un’assalto agli sportelli del fisco da parte di evasori pentiti.
A Zurigo, ad esempio, le autodenunce fino a metà marzo sono state 133: in un anno normale se ne contano però comunque 250-300. I 56 incartamenti già trattati hanno portato al pagamento di imposte arretrate (cantonali e comunali) per otto milioni di franchi. A Berna i dossier pendenti sono 110, quasi tutti relativi a persone fisiche. Stesso discorso anche a Lucerna, che segnala 22 casi, in gran parte relativi a importi modesti.
Nonostante sia 20 volte meno popoloso del canton Zurigo, Giura presenta 50 autodenunce: contrariamente alle altre regioni elvetiche le autorità di Delémont hanno cercato di rendere più attraente l’amnistia federale, offrendo una sanatoria generale a livello cantonale per tutti gli importi inferiori a 51’000 franchi e semplificando la procedura. Nonostante questo le somme in questione sono però anche qui modeste, ammette il presidente del governo, Charles Juillard. A suo avviso comunque l’interesse della popolazione è grande: le richieste di informazione sono numerose.
Per il consigliere nazionale Hans Kaufmann (UDC/ZH), uno dei promotori del progetto federale, la “raccolta” finora limitata è da attribuire alla poca conoscenza che i contribuenti hanno di questa novità. “Mi aspetto che il numero delle autodenunce sali ancora”, osserva il deputato. Vero è che, ad eccezione del già citato canton Giura, le autorità tributarie appaiono assai parche nell’informazione. Questo però ha anche i suoi motivi: il consigliere di stato vodese Pascal Broulis, responsabile del dipartimento finanze, continua ad avere “dubbi riguardo alla procedura, molto complicata”. A Vaud non sono finora noti casi di evasori che si sono fatti avanti.
Poco movimento si registra anche in Ticino. Stando al direttore della Divisione contribuzioni Lino Ramelli le autodenunce sono state finora solo 15. Secondo il funzionario questo è probabilmente legato alle discussioni in corso su una amnistia a livello cantonale. “L’interesse è palpabile, ma finora solo pochi si sono annunciati”, riassume Ramelli.
A livello federale l’ultima sanatoria completa risale al 1969: l’amnistia, approvata in votazione popolare, aveva fatto riemergere 11,5 miliardi di franchi, una cifra che oggi equivarrebbe a 35,4 miliardi di franchi. Le precedenti amnistie generali erano state indette nel 1945 e nel 1940.

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