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Ancora nessuna decisione su come attuare iniziativa UDC

Heinz Brand, KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale non ha ancora trovato una soluzione condivisa per applicare l’iniziativa UDC “Contro l’immigrazione di massa”.

Al termine di una riunione durata due giorni nessuna decisione definitiva sulla questione è stata presa, ha dichiarato oggi ai media il suo presidente Heinz Brand (UDC/GR).

Il consigliere nazionale grigionese ha precisato che “le discussioni sono state intense e vivaci” e si è detto convinto che la commissione troverà una soluzione “anche se non unanime” entro il 2 settembre prossimo.

Brand ha sottolineato che la commissione non approfondirà altre piste oltre a quelle che sono già sul tavolo. Quindi non esaminerà la possibilità di proporre un controprogetto all’iniziativa RASA (“Raus aus der Sackgasse”, ovvero “Fuori dal vicolo cieco”), che chiede di revocare il nuovo articolo costituzionale sull’immigrazione di massa.

Il Consiglio federale punta su una clausola di salvaguardia che consentirebbe una limitazione temporanea e mirata dei permessi di dimora per i cittadini di Stati dell’Unione europea (UE) e dell’Associazione di libero scambio (AELS). Il governo è disposto a limitare, superato un determinato valore soglia, l’immigrazione di questi Paesi.

La commissione ha anche discusso diverse varianti per introdurre i contingenti di immigrazione, ha aggiunto Brand, precisando tuttavia che nessuna decisione definitiva pro o contro queste quote è stata presa. È stato esaminato anche il modello sviluppato dall’ex segretario di Stato Michael Ambühl per il Canton Ticino per vedere se è realizzabile a livello nazionale.

Secondo questo sistema denominato “bottom-up” (“dal basso verso l’alto”), le misure per porre rimedio alle conseguenze negative della libera circolazione vengono adottate a partire dal livello più basso possibile, dove vengono riscontrate difficoltà particolari: dapprima in rami economici regionali, poi a livello di regioni e infine in tutta la Svizzera in funzione del grado di difficoltà.

Secondo Brand, il modello “Ambühl” è interessante, ma pone problemi a livello statistico per definire le quote di immigrati per ramo economico. Altra difficoltà del modello “ticinese” è che questo sistema fa riferimento soprattutto al problema del frontalierato, ha detto il grigionese. Per questo i cantoni hanno affidato un nuovo mandato ad Ambühl per approfondire il modello sviluppato per il Ticino e “vedere se è realizzabile a livello nazionale”.

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