Apec: vertice con Obama, su clima impegno senza cifre
SINGAPORE - Pragmatismo e flessibilità per un accordo in due fasi sulla questione del clima in vista del vertice di mondiale di dicembre a Copenaghen. Sono le linee guida che hanno concordato i Paesi dell'area asiatico-pacifica nel vertice Apec conclusosi oggi a Singapore, la cui seconda giornata si è aperta, a sorpresa, proprio con una riunione sul clima voluta dal presidente degli Stati Uniti: un consesso che però, oltre ad un "impegno ad operare per un risultato ambizioso a Copenaghen", non ha prodotto obiettivi concreti per la riduzione dei gas serra.
Quella di oggi è la giornata più intensa per Obama nel suo tour asiatico che lo ha visto già in Giappone, poi a Singapore, e ora ripartito alla volta della in Cina. I temi emersi nell'ambito del vertice Apec sono infatti quelli più caldi che impegnano al momento la diplomazia mondiale, e Washington in particolare nel tentativo di dar seguito ai tratti segnati per quel nuovo corso cui lavora l'amministrazione Obama.
Come i rapporti Usa-Russia, per cominciare, con la volontà di accelerare il passo sulla riduzione degli arsenali nucleari. Il presidente russo Dimitri Medvedev, dopo un faccia a faccia con Obama, ha manifestato la speranza di "poter firmare un trattato entro il mese di dicembre", così come veniva stabilito all'avvio, in aprile, dei negoziati tra Washington e Mosca per raggiungere un accordo che possa sostituire il vecchio START-1 in scadenza il 5 dicembre prossimo.
Usa e Russia a Singapore si mostrano concordi anche sul nodo del nucleare iraniano: il tempo dedicato al dialogo nel tentativo di risolvere la crisi "sta per scadere". "Purtroppo l'Iran non è stato in grado di accettare un approccio giudicato da ognuno creativo e costruttivo", ha affermato Obama, mentre Medvedev, sedutogli accanto, non ha escluso che possano essere usati "altri mezzi".
Per poi chiarire definitivamente che l'opzione di applicare nuove sanzioni è ancora tutta aperta: "Siamo pronti a spingerci più in là" per assicurare che il programma nucleare abbia unicamente fini pacifici, ha detto il presidente russo. "Se falliamo", negli sforzi diplomatici, "altre opzioni rimangono aperte, allo scopo di condurre il processo in una direzione differente", ha aggiunto facendo riferimento a nuove sanzioni contro Teheran.
Obama ha inoltre partecipato ad un incontro con i dieci paesi dell'Asean, le nazioni del sud-est asiatico, compresa la Birmania. E al regime militare birmano, rappresentato alla riunione di Singapore dal premier Thein Sein, il presidente americano ha rivolto la richiesta di liberazione immediata del Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.
Già nel suo discorso di sabato a Tokyo Obama aveva chiesto "la liberazione senza condizioni di tutti i prigionieri politici, compresa Aung San Suu Kyi". Oggi ha ribadito lo ha ribadito alla presenza del generale leader della giunta al potere, e al quale i paesi dell'Asean hanno fatto eco appellandosi alla Birmania affinché le elezioni promesse dalla giunta militare per l'anno prossimo siano "libere, giuste, trasparenti e aperte" all'opposizione.
Sulla questione del clima, le 'due fasi' sono quelle proposte del premier danese Lars Lokke Rasmussen: un'intesa politica alla conferenza di Copenaghen del mese prossimo, seguita successivamente da una intesa legalmente vincolante.