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App SwissCovid è operativa, CF e UFSP ne raccomandano l’uso

Circa 150'000 persone hanno già attivato l'app. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Da mezzanotte la nuova app SwissCovid è operativa: la si può scaricare da Apple Store e da Google Play Store.

In una conferenza stampa oggi a Berna, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha sottolineato l’importanza dell’identificazione delle catene di contagio, ora che si assiste a un leggero aumento dei contagi: nelle ultime ore sono stati infatti 52.

Stefan Kuster, nuovo capo della divisione Malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) in apertura ha comunicato i nuovi casi, rilevando che dopo i 44 di ieri, i 52 recensiti nelle ultime 24 confermano una leggera tendenza al rialzo. Per questo motivo è vitale interrompere le catene di trasmissione, continuando a rispettare le misure di igiene e di distanziamento ma soprattutto utilizzando l’applicazione SwissCovid per telefoni cellulari (Android/iPhone).

Pure Angela Schwab, vicecapo della sezione Operazioni dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), facendo riferimento a un’inchiesta condotta negli ultimi giorni ha sottolineato l’importanza dell’app. Soprattutto se si guarda alla situazione sui trasporti pubblici si capisce che è necessario non abbassare la guardia: le aziende hanno segnalato di non avere difficoltà nell’attuare le misure consigliate dalle autorità, ma gli utenti, soprattutto negli orari di punta, non sono sempre attenti. Dai dati forniti risulta che sui bus solo il 5% dei passeggeri porta infatti una mascherina protettiva, mentre sui treni la quota oscilla tra il 6 e il 20%.

Già migliaia di download

Sang-il Kim, capo della divisione Trasformazione digitale presso l’UFSP ha sottolineato con soddisfazione che già pochi minuti dopo mezzanotte diverse migliaia di persone avevano scaricato l’app. “Abbiamo iniziato un viaggio, oggi abbiamo raggiunto la prima tappa”, ha aggiunto, precisando che ci saranno sicuramente “piccoli errori e cose a cui non abbiamo pensato”, ma lavoriamo costantemente a migliorare il servizio. Uno dei punti da sviluppare è quello che concerne lo scambio di informazioni con i paesi confinanti.

L’uso dell’app SwissCovid – ha ribadito Kim – è volontario e gratuito, ma più persone la installeranno e la utilizzeranno, più efficace sarà il suo contributo al contenimento del nuovo coronavirus. Pur non essendo uno strumento obbligatorio, il Consiglio federale raccomanda di farne uso, in modo da poter completare il tracciamento classico dei contatti e mettere in quarantena chi si è avvicinato a una persona risultata poi positiva al virus.

Notifica rischio potenziale

L’app, tramite una notifica, avvisa del potenziale rischio per la salute gli utenti che l’hanno scaricata sul proprio smartphone e che si sono trovati per un certo lasso di tempo nei paraggi di un contagiato, a condizione ovviamente che anche questi l’avesse installata precedentemente sul suo cellulare.

In caso di una positività, il servizio medico cantonale invia alla persona infetta il cosiddetto codice Covid da immettere nell’app. Pure questo passaggio, è bene ricordarlo, è facoltativo. Dal canto loro, gli altri utenti coinvolti riceveranno l’indicazione del giorno in cui è avvenuto il contatto, l’informazione che l’UFSP gestisce una linea di consulenza telefonica gratuita e le raccomandazioni di comportamento.

Quarantena dà diritto a indennità

A chi verrà ordinato di mettersi in quarantena spetterà l’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus. Ciò invece non vale per le persone che, ricevuta una notifica, optano per un isolamento volontario, senza che gli sia stato imposto da un’autorità o da un medico.

Ieri, nel corso della conferenza stampa del governo, il ministro della sanità Alain Berset non si è sbilanciato sul livello di diffusione necessario per ottenere risultati: “Non sappiamo quanti download servano per rendere l’app utile ed efficace”. Il consigliere federale ha invece sottolineato con soddisfazione che le prove effettuate nelle scorse settimane hanno avuto feedback positivi. I test, in particolare incentrati su sicurezza e usabilità, sono cominciati il 28 maggio e non hanno rilevato criticità o problemi sistemici.

Marcel Salathé, professore di epidemiologia al Politecnico federale di Losanna e responsabile del gruppo di esperti ‘Digital epidemiology’ ha ribadito che il virus è ancora molto attivo: lo scopo ora è quello di mantenere sotto al valore 1 l’indice Rt che segnala il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia.

Necessaria modifica di legge

Per poter lanciare l’app SwissCovid, è stato necessario adeguare la legge sulle epidemie. Il Consiglio federale ha sottoposto un disegno in tal senso al Parlamento, che nella sessione di giugno ha approvato le basi legali per l’applicazione adeguandolo soltanto leggermente. La modifica legislativa si basa sulla legge federale sulla protezione dei dati e disciplina l’organizzazione, il funzionamento, i dati trattati e l’uso dell’app. Il Parlamento l’ha approvata nelle votazioni finali il 19 giugno 2020.

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