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Arti e mestieri: Fabio Regazzi unico candidato a presidenza

Il consigliere nazionale ticinese Fabio Regazzi (PPD/TI), ormai a un passo dalla presidenza dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La strada per la presidenza dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) è ormai libera per il consigliere nazionale, e imprenditore, Fabio Regazzi (PPD/TI).

La diretta “rivale”, la consigliera nazionale Diana Gutjahr (UDC/TG), ha infatti ritirato la propria candidatura. Regazzi è rimasto l’unico in lizza. In caso elezione, praticamente scontata, sarebbe il primo ticinese alla testa di questa associazione

In una nota odierna, l’USAM spiega il ritiro della Gutjahr col desiderio di quest’ultima di rafforzare la coesione dell’organizzazione, coesione più necessaria che mai tenuto conto a suo dire del clima ostile verso l’economia, come dimostrerebbero le esigenze sempre maggiori chieste al settore.

L’elezione di Regazzi, già favorito dal parlamento dell’USAM, avrebbe dovuto tenersi alla fine di aprile, ma la crisi pandemica ha scombussolato il calendario. Il congresso durante il quale si terrà l’ormai certa “incoronazione” di Regazzi è stato quindi fissato al 28 di ottobre a Friburgo.

Regazzi prenderà il posto dell’ex consigliere nazionale Jean-François Rime (UDC/FR). Trombato alle ultime elezioni, Rime aveva annunciato il desiderio di passare la mano. Regazzi, avvocato, è membro dell’importante Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale e titolare della Regazzi SA (industria metallurgica).

In vista della votazione del prossimo 27 di settembre sul congedo paternità, nel febbraio scorso Regazzi aveva sostenuto in un’intervista al Matin Dimanche che il progetto fosse “sopportabile” per le piccole e medie aziende (PMI). Il deputato di Gordola aveva affermato che all’interno dell’USAM le posizioni al riguardo erano molto più differenziate di quanto si sospettasse.

Il sostegno a un congedo paternità si sente soprattutto da parte delle PMI romande, aveva spiegato il ticinese al domenicale. Anch’egli, seppur poco convinto all’inizio, lo considera opportuno e sopportabile anche per i piccoli e medi imprenditori.

La proposta in votazione a settembre prevede che le due settimane – in una volta sola o spalmate su singoli giorni – vadano sfruttate entro sei mesi dalla nascita di un figlio. Il congedo sarebbe finanziato mediante le indennità per perdita di guadagno (IPG), per un onere finanziario globale stimato in 230 milioni di franchi all’anno. L’attuale aliquota per i contributi IPG (0,45%) dovrà essere aumentata di 0,05 punti.

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