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Australia: 78.000 posti lavoro con piano ‘verde’, studio

Rilanciare l'economia affrontando allo stesso tempo la crisi climatica: è questo il piano che viene suggerito in Australia. Nella foto una veduta di Melbourne. KEYSTONE/EPA/DANIEL POCKETT sda-ats

(Keystone-ATS) Decine di migliaia di posti di lavoro si potranno creare in Australia post-pandemia con un ampio piano di stimolo mirante a rilanciare l’economia dalla recessione affrontando allo stesso tempo la crisi climatica.

È quanto viene sostenuto in un’analisi commissionata dall’ente federale Climate Council.

Il rapporto dei consulenti AlphaBeta indica che si potrebbero creare 78 mila posti di lavoro in tre anni attraverso una combinazione di investimenti pubblici e privati di 22 miliardi di dollari australiani (14,4 miliardi di franchi).

Il piano si concentra su 12 aree di intervento, fra cui progetti su larga scala di energia rinnovabile, ripristino di ecosistemi degradati, trattamenti più efficienti di scarti organici, adeguamento energetico di edifici pubblici ed espansione delle reti di veicoli elettrici. Il 70% dei posti di lavoro sarebbero nel campo delle costruzioni e in ruoli di supporto amministrativo, il 42% sarebbe basato in aree regionali e quasi un terzo richiederebbe poco addestramento.

È un nuovo esempio di programmazione che prevede uno stimolo governativo concentrato sulle energie rinnovabili, che si affiancherebbe ad altri piani di stimolo nel mondo, fra cui il piano verde dell’Unione Europea, che puntano sul taglio delle emissioni di gas serra piuttosto che rafforzare le industrie basate su combustibili fossili. Secondo il direttore di AlphaBeta, Andrew Carlton, la ricerca propone progetti di stimolo che privilegiano la ripresa economica facendo leva su investimenti privati e sulla transizione verso le energie pulite, con l’ulteriore obiettivo di ridurre i costi nel lungo termine.

Idrogeno, sole e vento

L’analisi suggerisce investimenti in sviluppi su scala pilota basati su energia da idrogeno, che fornirebbero i maggiori benefici all’economia, con quattro dollari di investimenti privati per ogni dollaro pubblico investito. Impianti solari ed eolici attrarrebbero tre dollari di investimenti privati per ogni dollaro pubblico, mentre il rapporto sarebbe di due dollari a uno per gli investimenti in infrastrutture per veicoli elettrici, nel miglioramento della raccolta di rifiuti e in progetti energetici di piccola scala su base comunitaria.

Il risultato sarebbe una più pulita economia australiana, che ha un tasso di emissioni del 43% più intensivo rispetto alla media dei paesi Ocse. Secondo la direttrice esecutiva del Climate Council, Amanda McKenzie, il piano di AlphaBeta può avviare l’Australia “su un percorso pratico, ricco in posti di lavoro e concentrato sulle aree di maggior bisogno. E’ una soluzione vincente per tutti”.

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