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Australia: espulso religioso iraniano, proteste ecumeniche

(Keystone-ATS) SYDNEY – Un predicatore islamico accusato di spionaggio per conto dell’Iran, è stato espulso ieri sera dall’Australia come ‘rischio alla sicurezza’, dopo una battaglia legale di 13 anni con le autorità di Canberra. Lo sceicco Mansour Leghaei, padre di quattro figli, nato in Iran e in Australia dal 1994, è partito ieri sera in aereo con la moglie e la figlia di 14 anni, salutato da una folla di seguaci.
Nonostante una lunga campagna dei suoi sostenitori, fra cui prelati cattolici e anglicani che lo considerano un leader delle relazioni interreligiose, il ministro dell’Immigrazione Chris Evans si era rifiutato di intervenire contro la valutazione dei servizi di sicurezza Asio, che lo accusano di non precisati “atti di interferenza straniera”, accuse che non gli sono state mai rivelate. Dietro istanza dei suoi legali, la Commissione diritti umani dell’Onu aveva chiesto una proroga di un anno per considerare il caso, ma senza successo.
Nel 1995 le autorità nell’aeroporto di Sydney, al ritorno da un suo viaggio in Iran, avevano segretamente fotocopiato un suo quaderno contenente note su lezioni sulla jihad. La Corte federale però aveva accettato la traduzione di Leghaei e non quella dell’Asio, che secondo lo sceicco deformava il significato invitando all’uccisione degli infedeli.

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