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Autobus a idrogeno funzionano: AutoPostale mette fine ai test

Uno dei cinque veicoli di AutoPostale alimentati a idrogeno alla pompa di Brugg (AG). Keystone/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) Il servizio di linea con autobus a celle combustibili funziona bene, ma il progetto pilota non proseguirà. Dopo cinque anni di prova nella regione di Brugg (AG), i test con cinque veicoli di AutoPostale alimentati a idrogeno terminano alla fine di quest’anno.

L’esercizio potrebbe essere mantenuto senza problemi, ma la sua prosecuzione non consentirebbe di acquisire nuove informazioni, scrive AutoPostale in una nota. A determinare la fine della sperimentazione, inserita nel progetto europeo CHIC (Clean Hydrogen in European Cities), è stata in particolare la mancata produzione in serie di autobus a celle combustibili, dal prezzo molto elevato.

Il bilancio è comunque positivo: i cinque veicoli ad emissioni zero hanno percorso complessivamente 1,2 milioni di chilometri, con un risparmio di 1500 tonnellate di CO2.

Gli investimenti sono stati considerevoli. L’acquisto dei cinque veicoli a pianale ribassato hanno comportato una spesa di 11 milioni di franchi. A ciò si sono aggiunti 2 milioni di franchi per la costruzione della prima stazione di servizio a idrogeno della Svizzera, il cui futuro è ancora da stabilire.

Gli autobus a idrogeno non producono gas di scarico, ma soltanto vapore acqueo. La guida dei veicoli è inoltre risultata particolarmente silenziosa e fluida.

La fine del progetto non significa una rinuncia definitiva all’utilizzo di questa tecnologia. Per raggiungere l’obiettivo di rendersi indipendente a lungo termine dai combustibili fossili, AutoPostale continuerà a osservare da vicino ogni evoluzione nel settore. L’azienda sta inoltre sperimentando con successo l’impiego di veicoli diesel ibridi e dal prossimo inverno testerà dei bus elettrici nei cantoni di Berna e Obvaldo.

Il progetto di Brugg (AG) è stato sostenuto dal canton Argovia, con una somma di 1,5 milioni di franchi provenienti dal fondo Swisslos. Fra i partner figurano anche l’Ufficio federale dell’energia e l’Unione europea, che ha lanciato analoghe sperimentazioni a Bolzano, Londra, Milano e Oslo.

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