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Autorità parentale congiunta, accolto progetto governo

(Keystone-ATS) Il Consiglio nazionale stamane è entrato in materia su una revisione del Codice civile (CC) che prevede di introdurre di norma l’autorità parentale congiunta. Nell’analisi di dettaglio, che sarà ultimata domani, la Camera del popolo ha poi fondamentalmente seguito il messaggio del Consiglio federale. Vari emendamenti socialisti che intendevano limitare la portata del progetto sono stati bocciati.

L’autorità parentale non disciplina il diritto al mantenimento. Una revisione di questo aspetto è attualmente oggetto di una procedura di consultazione, che si conclude il prossimo 7 novembre. Nel dibattito di entrata in materia, a nome del PS, Ursula Schneider Schüttel (FR) e Carlo Sommaruga (GE) hanno del resto deplorato che il benessere economico del bambino non sia trattato parallelamente alla revisione dell’autorità parentale.

Originariamente la direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Simonetta Sommaruga avrebbe voluto regolare in una sola norma autorità parentale e diritto al mantenimento. In seguito alle proteste di organizzazioni di uomini e padri, ha poi optato per due progetti distinti.

I divorzi ormai sono molto diffusi, hanno sostenuto tutti i relatori dei gruppi parlamentari. “Il tasso di divorzio ha superato il 50%”, ha confermato a nome della Commissione degli affari giuridici (CAG) Alec von Graffenried (Verdi/BE). Stando all’Ufficio federale di statistica (UST), ogni anno almeno 14’000 bambini fanno i conti con un divorzio e un fanciullo su cinque ha genitori divorziati. “Il cambiamento non aumenterà il numero di padri che si occupano dei bambini, ma permetterà loro di vederli”, ha detto Christian Lüscher (PLR/GE), il secondo portavoce della CAG.

I genitori, anche se divorziati, rimangono tali. “L’autorità parentale non è solo un diritto, ma anche un obbligo, indipendentemente dallo stato civile”, ha sottolineato la ministra di giustizia. “Abbiamo bisogno di un diritto moderno e liberale” in sintonia con la realtà, ha aggiunto. Questa mostra che già oggi quasi il 50% delle coppie che si separano continuano ad occuparsi dei figli assieme, ha precisato von Graffenried.

Attualmente, in caso di divorzio, l’autorità parentale è assegnata a un solo genitore. Se i genitori non sono coniugati, è prevista l’attribuzione alla madre. I genitori non sposati o divorziati possono ottenere l’autorità parentale congiunta soltanto se entrambi presentano al giudice una richiesta in proposito, e dopo una lunga procedura.

Secondo la revisione del CC, i concubini dovranno continuare a fare una dichiarazione comune precisando i loro impegni per la cura dei figli, ma basterà che il documento sia inoltrato all’autorità competente. L’avallo del giudice non sarà più necessario.

Come avviene oggi i genitori non sposati e che non condividono il domicilio dovranno invece presentare una convenzione sui contributi di mantenimento che dovrà essere accettata dalle autorità. Questo aspetto è stato voluto dalla CAG.

I genitori che divorziano otterranno automaticamente l’autorità congiunta. Il giudice dovrà comunque verificare che entrambi rispettino le condizioni richieste. Se il bene del bambino lo esige, l’autorità sarà attribuita a un solo genitore. Potrà essergli tolta per inesperienza, malattia, infermità, propensione alla violenza o assenza.

Il plenum ha rifiutato con 139 voti contro 42 una proposta del PS secondo cui il giudice avrebbe dovuto decidere sempre l’attribuzione dell’autorità parentale per evitare che decisioni comuni dei genitori nuocessero al bambino in caso di conflitti insormontabili tra gli ex partner. Per Simonetta Sommaruga un tale provvedimento sarebbe stato contrario allo spirito della riforma.

Inoltre, per evitare che i genitori abusino del diritto per complicarsi reciprocamente la vita, è previsto che quello che si occupa del bambino prenda le decisioni correnti e urgenti (ricovero in ospedale, alimentazione, svago). La Sommaruga ha così fugato i timori di Chantal Galladé (PS/ZH): “un ricovero d’emergenza è urgente – un intervento di correzione alla mascella no”.

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