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Aviaria in Italia: restrizioni su importazioni pollame e uova

(Keystone-ATS) Per impedire che il virus dell’aviaria giunga in qualche modo in Svizzera dall’Italia – dove è comparso da alcune settimane nei pressi di Bologna e Ravenna e ha interessato anche tre casi umani – l’Ufficio federale di veterinaria (UFV) ha emanato una serie di restrizioni e divieti nell’importazione di pollame e uova.

È vietata l’importazione di carne di pollame cruda proveniente dalle zone a rischio, di uova da consumo, di pollame vivo, di galline ovaiole giovani, di pulcini di un giorno nonché di uova da cova. Vi sono tuttavia delle eccezioni la dove il rischio di diffondere l’epizoozia è ridotto.

Gli esami effettuati da metà agosto sul pollame di numerose aziende presenti nella regione italiana dell’Emilia-Romagna hanno evidenziato la presenza dell’aviaria, rileva l’UFV. Centinaia di migliaia di volatiti sono stati abbattuti.

L’influenza aviaria è un’epizoozia altamente contagiosa che colpisce tutte le specie di uccelli, ma in particolare polli e tacchini. La malattia si trasmette mediante l’inalazione di goccioline di starnuto contenente muco contaminato o tramite l’inspirazione di polvere di escrementi in cui è contenuto l’agente patogeno.

L’ordinanza dell’UFV tiene conto dell’Accordo agricolo stipulato nel 1999 con l’UE, in virtù del quale la Svizzera è sostanzialmente tenuta ad adottare le misure di protezione sancite dall’UE.

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