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BAKBASEL aumenta previsioni Pil 2015, ma franco forte pesa ancora

(Keystone-ATS) L’istituto di ricerche congiunturali BAKBASEL ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il prodotto interno lordo (pil) del 2015, da +0,6 tre mesi fa a +0,8%.

Ciò grazie all’aumento degli investimenti nei beni d’equipaggiamento e ai consumi pubblici e privati che hanno contribuito a una crescita dello 0,2% dell’economia elvetica nel secondo trimestre, evitando la recessione.

L’evoluzione positiva del periodo aprile-giugno non significa però che la fase di debolezza scaturita dalla revoca del tasso di cambio minimo per l’euro sia superata, scrivono gli esperti di BAKBASEL in un comunicato odierno. Lo dimostra lo sviluppo volatile e complessivamente modesto di svariati indicatori congiunturali.

Per la seconda metà dell’anno il centro di ricerca si attende una stagnazione dell’economia svizzera. Oltre al franco forte influiscono negativamente anche le spiccate incertezze globali. Nei prossimi mesi le aziende si dimostreranno poco propense a investire. Anche le esportazioni dovrebbero restare deboli.

Per l’anno prossimo BAKBASEL prevede che l’economia riprenderà vigore, ma corregge al ribasso la crescita stimata del pil da +1,5 a +1,2%. Un segnale positivo proviene dall’indebolimento del franco, che dovrebbe proseguire nei prossimi trimestri e raggiungere un tasso di cambio per l’euro di circa 1.15 entro la fine del 2016.

Ciò dovrebbe diminuire la pressione sui margini, aumentare le vendite degli esportatori e ridurre le incertezze. Impulsi favorevoli dovrebbero giungere dai consumi interni, ma anche dall’evoluzione congiunturale degli Stati Uniti e dell’Eurozona. I paesi emergenti dovrebbero invece riprendersi solo dal 2017. Come pronosticato in giugno, quell’anno il pil svizzero dovrebbe segnare un +2,3%, tuttavia la robusta crescita potrebbe essere messa a rischio da un’applicazione infelice dell’iniziativa sull’immigrazione di massa.

Secondo gli economisti renani l’export elvetico dovrebbe stagnare quest’anno, per progredire del 2,6% nel 2016 e del 5,9% nel 2017. Gli investimenti nella costruzione dovrebbero scendere dello 0,8% l’anno prossimo, e quelli nei beni d’equipaggiamento salire solo dello 0,1%. Per l’anno seguente viene prevista una svolta, specie per i secondi, che dovrebbero aumentare dell’8,7%. La disoccupazione dovrebbe raggiungere il suo picco (3,7% contro il 3,3% attuale) a metà 2016 per poi tornare a diminuire gradualmente nel 2017.

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