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Banche: ai clienti il consulente robot piace poco

Scende la notte sull'offerta dell'istituto glaronese. Keystone/SAMUEL TRUEMPY/Samuel Trümpy sda-ats

(Keystone-ATS) Uno a zero per l’uomo sulla macchina: agli svizzeri sembra non piacere molto il robot in ambito bancario, perlomeno nella consulenza patrimoniale. È rimasto infatti finora limitato il volume di denaro amministrato attraverso i processi automatici.

E uno dei pionieri del settore, la Banca cantonale di Glarona (GLKB), ha deciso di staccare la spina a un suo prodotto. Avviato all’inizio del 2015, il progetto Investomat vedrà termine alla fine di novembre, ha indicato oggi la GLKB. L’istituto – che nel 2014 è sbarcato in borsa – motiva la decisione con la scarsa domanda da parte della clientela e con la diffusione ancora contenuta in generale in Svizzera dei cosiddetti “robo advisor” (consulenti finanziari online senza o con poco intervento umano).

Se il mercato dei mutui sottoscritti sul web sta prendendo piede, quello degli investimenti nello stesso spazio virtuale stenta a decollare. A oltre cinque anni dall’introduzione dei primi “robo advisor” i patrimoni amministrati in Svizzera dovrebbero difficilmente ammontare a più di 500 milioni: in confronto al totale ci si muove nell’ordine dei per mille, sottolinea Andreas Dietrich, professore all’Istituto servizi finanziari della Scuola universitaria professionale di Lucerna.

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