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Banche svizzere guardano con prudenza a 2016, studio Ernst & Young

(Keystone-ATS) Le banche svizzere concludono con soddisfazione l’esercizio 2015 malgrado un contesto economico mondiale difficile. Però affrontano con maggiore prudenza il 2016: solo tre istituti su quattro prevedono infatti risultati in crescita, contro l’84% di un anno fa.

È quanto emerge dal barometro del settore pubblicato oggi dalla società di consulenza Ernst & Young (EY).

Lo scorso novembre gli economisti di EY hanno interrogato 120 dirigenti bancari – senza quelli di UBS e Credit Suisse – in tutta la Svizzera. L’81% giudica positivamente l’andamento a livello operativo. Ma le misure introdotte un anno fa dalla Banca nazionale svizzera (BNS) hanno messo tutto il settore sotto pressione.

Gli interessi negativi pesano infatti sui margini, complicano la gestione dei bilanci, limitano le possibilità di investimento e frenano l’attività a livello di clienti, rileva EY. Tuttavia il 70% degli interpellati non intende riversare le conseguenze sulla clientela privata per timore di effetti indesiderati.

Inoltre, l’abbandono del tasso minimo di cambio tra franco ed euro ha un impatto sempre maggiore sul rischio di credito delle banche: il 45% degli istituti prevedono maggiori rettifiche di valore e di accantonamenti a carico dei clienti commerciali. Ma, ancora una volta, non intendono limitare i prestiti per questo ramo.

I consulenti di EY rilevano che il settore, una volta regolarizzato il passato e adottato le nuove regolamentazioni, potrà concentrarsi meglio sulle attività di base e procedere a un riorientamento strategico. L’eliminazione delle incertezze in termini di ripresa dovrebbe accelerare il consolidamento dell’intero comparto.

In tempi brevi i mutamenti strutturali si tradurranno in nuove assunzioni: un terzo delle banche infatti (24% nel 2015) prevede di creare nuovi posti di lavoro nel corso dei prossimi dodici mesi, un dato di rilievo rispetto agli ultimi cinque anni. A medio termine bisognerà tuttavia fare i conti con delocalizzazioni e tagli a causa della sempre maggiore automazione dei processi.

Decine di operatori del mercato bancario non sopravviveranno ai cambiamenti per mancanza di risorse, rileva EY: dal 2010, sono più di 60 gli istituti scomparsi dal panorama bancario elvetico e più di 200 filiali hanno chiuso i battenti.

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